Tra le più importanti novità della riforma del lavoro del governo Renzi, detto Jobs Act, vi è sicuramente il nuovo assegno di disoccupazione, chiamato Naspi, che viene a sostituire il vecchio Aspi e mini Aspi risalenti alla legge Fornero. Per Naspi si intende Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale per l'Impiego ed entrerà in vigore dal 1 maggio 2015 e gli aventi diritto sono i dipendenti privati assunti a tempo determinato o indeterminato, nonché i dipendenti pubblici assunti a termine. L'importo viene calcolato sulla retribuzione imponibile mensile calcolata a fini previdenziali dei precedenti quattro anni.

Tra i requisiti minimi del vecchio sussidio di disoccupazione ordinario c'era quello dei 52 contributi settimanali nel biennio precedente la data di licenziamento. Il Naspi invece si applica a tutti coloro che possono vantare tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti e almeno 18 giornate di lavoro nell'anno in corso, e la durata del sussidio sarà a pari alla metà delle settimane di contribuzione, quindi se quest'ultima sarà stata pari ad almeno quattro anni la durata del Naspi potrebbe estendersi fino a 2 anni. Anche in questo caso la somma è erogata dall'Inps e può arrivare fino a 1300 euro al mese per un massimo di 18 mesi.

Oltre al Naspi vi sono altri tipi di sussidi, come l'Asdi, denominato Assegno di disoccupazione, introdotto anch'esso in maggio e in prova; viene assegnato in alcune particolari circostanze, ad es.

quando si hanno minori a carico o quando si è vicino la pensione al termine del Naspi; la durata del sussidio è semestrale e pari al 75% dell'importo del Naspi; la condizione da rispettare consiste nell'aderire a un progetto personalizzato per trovare lavoro vagliato dai servizi dell'impiego che pure verranno riformati dal Jobs Act.

La riforma di Renzi ha cercato di guardare anche alle categorie di precari finora quasi totalmente escluse dagli ammortizzatori sociali messi in campo. Quindi dal 2015 ai collaboratori coordinati e continuativi o con contratto a progetto che sono iscritti alla Gestione separata dell'Inps, privi di partita Iva e non pensionati spetta un sussidio denominato DIS-COLL, che si presenta come la versione del Naspi per i dipendenti e sostituisce l'erogazione della vecchia una tantum co.co.pro.

Anche in questa circostanza viene tutelato lo stato di disoccupazione involontaria di chi nell'anno solare precedente a quello in cui è cessato il lavoro possa far valere almeno 3 mesi di contribuzione e un mese nell'anno in cui avviene il licenziamento, limitando la durata massima a sei mesi. L'importo erogato è il 75% del reddito mensile pari o inferiore ai 1195 euro per i primi 4 mesi; per chi guadagna di più si aggiunge una somma pari al 25% della differenza tra il reddito medio e il predetto importo; al quinto e al sesto mese (che è l'ultimo mese previsto per l'erogazione del sussidio in ogni caso) il sussidio si riduce progressivamente del 3% al mese.