Nelle scorse settimane siamo tornati più volte sulle vicende dei lavoratori Quota 96 della scuola e di coloro che chiedono di ottenere la quiescenza anticipata con l'opzione donna nel 2015, spiegando la difficile situazione nella quale vertono. Per riassumere brevemente (a favore di chi ci legge per la prima volta), i primi sono un gruppo di dipendenti pubblici appartenenti al settore dell'istruzione, che in seguito alla legge Fornero del 2011 si sono visti negare l'accesso al pensionamento, nonostante avessero già maturato tutti i requisiti necessari, ovvero 60 anni di età e 36 anni di versamenti, oppure 61 anni di età e 35 anni di contribuzione.

L'opzione donna invece riguarda la possibilità di andare in pensione con 57 anni e 3 mesi di età e con 35 anni di contributi, ma pagando il prezzo di un ricalcolo interamente contributivo della propria mensilità. Purtroppo su entrambe le situazioni si sta registrando ormai da diverso tempo uno stallo; cerchiamo di comprendere quali sono le criticità che continuano a mantenere questi blocchi.

Quota 96 della scuola e opzione donna: Inps in attesa dell'esecutivo, perplessità sulle coperture finanziarie

Stante le situazioni appena descritte, l'ostacolo principale da superare è il via libera da parte dei tecnici, visto che il bilancio dell'Inps risulterebbe attualmente blindato sulla base dei parametri previsti da Bruxelles.

Bisogna ricordare che la previdenza in Italia pesa maggiormente sui conti pubblici rispetto quanto avviene normalmente nella media degli altri Paesi dell'Ocse, pertanto qualsiasi intervento correttivo dovrebbe andare a bilanciarsi con un'equivalente riduzione delle spese; negli scorsi anni si riteneva possibile che questo meccanismo compensativo potesse realizzarsi attraverso un'adeguata opera di spending review, ma come purtroppo sappiamo la vicenda non ha avuto esito positivo.

Vi è da aggiungere anche che attualmente l'esecutivo starebbe considerando alcuni provvedimenti di riforma strutturale dell'accesso all'Inps, tale per cui delle misure di salvaguardia ad hoc come quelle in favore dei Quota 96 o dell'opzione donna potrebbero risultare non più necessari a breve. L'idea espressa da alcuni consiglieri economici del Governo Renzi sarebbe quella di flessibilizzare totalmente l'ingresso nell'Inps, slegando il pensionamento da rigidi criteri anagrafici, per legarlo a calcoli di forma contributiva.

Una prassi che secondo alcune indiscrezioni sarebbe ben vista anche dal Neo Presidente Inps Tito Boeri.

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