Si accendono di nuovo i riflettori sul delicato tema delle lavoratrici che hanno chiesto l'accesso alla quiescenza con l'opzione donna nel 2015. La vicenda ha inizio negli scorsi mesi del 2014, quando l'Inps aveva diramato una circolare all'interno della quale si dichiaravano chiusi i termini di domanda con la fine dell'anno. Ma le numerose proteste che sono seguite a quella nota dai comitati territoriali delle lavoratrici hanno condotto ad un ripensamento dell'istituto di previdenza, tanto che si è arrivati ad una misura tampone: l'Inps ha deciso di proseguire nell'accettare le domande con l'opzione donna, protocollando le pratiche ma tenendole al contempo in una sorta di limbo.

Nel frattempo, i tecnici del Ministero dell'Economia avrebbero effettuato dei conteggi sulla fattibilità di una proroga.

Nuove indiscrezioni di giornale parlando di valutazioni negative da parte dei tecnici: opzione donna a rischio?

Purtroppo sembra che l'inizio del nuovo anno non abbia portato notizie confortanti alle lavoratrici che desideravano ottenere il pensionamento con l'opzione donna nel 2015. Secondo alcune indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera, le valutazioni eseguite da parte dei tecnici del Mef sulla presenza delle coperture necessarie per validare la proroga di 12 mesi sarebbero state negative, pertanto le richiedenti perderebbero la possibilità di prepensionamento con 35 anni di contribuzione e 57 anni di età, pur accettando il calcolo contributivo della mensilità.

Questo condurrebbe ad una bocciatura della questione, a meno di non reperire le risorse presso altri canali. Stante la situazione, molto di quello che succederà dipenderà ora da una possibile intesa tra Ministero dell'Economia e Inps. Già a partire dai prossimi giorni il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan dovrebbe aggiornarsi con il Neo Presidente Tito Boeri dell'Inps, per comprendere se ci possono essere delle diverse ipotesi di soluzione.

Anche perché sulla vicenda pende la possibilità di un ricorso alle vie legali da parte delle interessate, per far valere il loro diritto al prepensionamento.

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