Resta focalizzato sulla flessibilità dell'accesso alla pensione il dossier che sarebbe presente contemporaneamente sul tavolo del Governo Renzi e su quello del nuovo Presidente dell'Inps Tito Boeri. I lavoratori vogliono poter gestire il proprio montante previdenziale in modo maggiormente autonomo, mentre vi sono moltissime situazioni che vivono uno stato di disagio e che sentono questa esigenza come l'unica via per poter finalmente ritrovare la propria serenità familiare. Sono ormai passati tre anni dall'approvazione della legge Fornero, che ha reso più sostenibile il nostro sistema previdenziale (questo punto non è stato mai messo in discussione dall'attuale esecutivo), ma al contempo ha anche irrigidito in modo troppo estremo i parametri di accesso alla quiescenza.
Tanto che si sono venute a creare una serie di situazioni molto difficili da gestire, sulle quali sembra ormai diventato impossibile continuare a procedere con sanatorie ad hoc: basti pensare agli esodati che non rientrano nella sesta salvaguardia parlamentare (c'è già chi ne ipotizza una settima), ai quota 96 della scuola oppure, più in generale, ai disoccupati in età avanzata.
Flessibilità Inps: soluzione potrebbe consistere nell'eliminazione del vincolo anagrafico, ma con Pensioni più basse
Tra le tante ipotesi utili ad introdurre un principio di flessibilità nell'Inps, quella che potrebbe offrire la maggiore autonomia al lavoratore sarebbe l'opzione contributiva di stampo universale; con l'approvazione di un simile provvedimento, sarebbero semplicemente i lavoratori a decidere quando accedere al pensionamento.
Come anticipato già in precedenza, il problema sarebbe che la mensilità verrebbe calcolata sulla base dei contributi effettivamente versati e dei coefficienti di conversione della rendita, che si basano sull'aspettativa di vita. In questo modo, si potrebbe cominciare a percepire la pensione già a partire dai 57 o 58 anni di età.
Una fascia anagrafica che potrebbe risolvere anche il problema dei tanti disoccupati in età avanzata, che non riescono a inserirsi nuovamente nel mercato del lavoro. Vi sarebbero poi tutta una serie di soluzioni alternative per la pensione anticipata, come quelle legate alla Quota 100 proposta dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano (molto apprezzata dai lavoratori disagiati), fino al prestito pensionistico fornito dall'Inps a coloro cui mancano pochi anni di contributi, da restituire attraverso delle piccole trattenute sulla pensione percepita.
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