Resta alta l'attenzione sul delicato tema dell'opzione donna: le lavoratrici hanno affrontato dei momenti difficili per far valere il proprio diritto al pensionamento anticipato, ma come vedremo nelle prossime righe sembra che con il recente passaggio parlamentare le pensionande comincino ad ottenere i primi riscontri sulla loro situazione. La vicenda inizia negli ultimi mesi del 2014, quando l'Inps attraverso una serie di circolari dichiara chiusa la possibilità di quiescenza anticipata con l'opzione donna. Immediatamente arriva la protesta delle dirette interessate, che si sono dichiarate pronte a ricorsi legali pur di mantenere in essere il diritto al pensionamento.

La situazione si è infine assestata quando l'istituto di previdenza pubblico ha deciso di accettare il protocollo delle domande di pensionamento, senza però approvarle in via definitiva, in attesa di conoscere il parere finale del Governo Renzi. Nel corso della settimana si sono però riaperte le speranze per le lavoratrici, visto che un apposito emendamento presentato dal Sel al Mille proroghe attualmente in discussione ha superato positivamente la prova dell'assemblea. Ricordiamo che se la misura fosse approvata in via definitiva, diverrebbe possibile fissare la scadenza per il pensionamento con i precedenti criteri dell'opzione donna al 31 dicembre 2016.

Quota 96 nella scuola: soluzione di demansionamento non piace ai lavoratori, si chiede sanatoria strutturale

Resta invece confermata la situazione di stallo per i lavoratori ATA e gli insegnanti Quota 96 della scuola.

Per loro la soluzione attualmente individuato dall'esecutivo è il demansionamento, affinché possano svolgere compiti meno faticosi in attesa di raggiungere i nuovi requisiti di pensionamento. Ricordiamo che questi dipendenti pubblici hanno già maturato il diritto di quiescenza con 61 anni di età e 35 di versamenti, oppure con 60 anni di età e 36 di versamenti; nonostante ciò, si sono visti negare l'accesso all'Inps a causa di una svista nella riforma Fornero del 2011.

Al momento la richiesta dei lavoratori al Miur consiste nel riconteggio della platea dei potenziali pensionandi, visto che molti colleghi hanno già ottenuto il pensionamento grazie alla legge 104 e al raggiungimento dei nuovi requisiti. I comitati ritengono in questo modo di poter dimostrare che le risorse finanziarie da impiegare per una sanatoria strutturale sono alla portata del bilancio pubblico e comunque di facile reperimento.

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