Una Reuters a firma FrancescaPiccioneri riaccende i riflettori sulla riforma delle Pensionial capitolo flessibilità in uscita. Anche Il sole24 ore e altriquotidiani finanziari danno risalto alle parole del ministro GiulianoPoletti che apre alle modifiche da apportare alla legge Fornero.Lo scopo è quello di non creare, come dice lui stesso, "unproblema sociale".

La presa di coscienza di Poletti

Nonostante i decreti inerenti lesalvaguardie abbiano risolto 170.000 casi il rischio di nuovi esodatinon è del tutto estinto. La recente pronuncia della Consulta che habocciato il referendum abrogativo riporta d'attualità il temaflessibilità nella riforma delle pensioni. Nel suo interventoammette che il governo sa bene che esiste un problema ancora attualeper chi si trova alle soglie della pensione, unitamente al rischio diperdere il lavoro per la forte crisi che attanaglia le imprese senzala presenza di validi ammortizzatori sociali che attenuino la perditadi reddito improvvisa.

In questo contesto si dimostra convinto cheusare flessibilità sia particolarmente urgente se si guardal'incombente rischio di problema sociale che si verrebbe a creare.Sul tavolo c'è ancora valida l'opzione del mini prestito.

Prestito o uscita flessibile conincentivi e disincentivi

Si pensa ad unsistema che dia ai lavoratori a cui mancano 2/3 anni alla pensione dianticipare un assegno con l'inclusione della restituzione graduale.Tiepidi i sindacati che premono per avere maggior voce in capitolo.Auspicano che il governo non replichi l'errore di fare da se senzaconvocare le parti sociali. In questa direzione occorre far presto edaprire subito un tavolo di concertazione come dice il leader dellaUil, Carmelo Barbagallo.

Dello stesso tenore le dichiarazionidi Annamaria Furlan della Cisl circa l'opportunità diparlarne insieme. Susanna Camusso aveva accusato l'esecutivo discaricare sulla Consulta la responsabilità di risolvere laquestione.

Le proposte dai politici

Sulla flessibilitàin uscita si trova concorde anche Maurizio Sacconi di ForzaItalia con la sua proposta volta a risolvere la frammentarietà chegrava sui contributi e favorendo un calcolo più agevole di tutti iversamenti.

Da parte Pd si parla di ipotesi di uscita per una fasciadi età 62/70 anni a condizione di aver ottenuto almeno 35 anni dicontributi, penalizzazioni fino a 65 anni e incentivi per coloro chehanno più di 65 anni. Un'altra proposta consentirebbe di lasciare illavoro al raggiungimento di quota 100 (65 anni di età e 35 dicontributi).