"Provvedere con assoluta priorità ad una strutturale riforma fiscale, per una più equa distribuzione della ricchezza e per far cessare lo scandaloso fenomeno di evasione fiscale e contributiva, che sta massacrando l'economia del Paese e in primis il suo sistema pensionistico": sono le proposte pronunciante dal Segretario Generale della Cisal Francesco Cavallaro, al riguardo della delicata situazione che sta scontando la previdenza. Davanti alle tante situazioni di stallo previdenziale che si sono susseguite negli ultimi tre anni, resta sempre più evidente la necessità di riforma del sistema intervenendo in favore di chi versa nelle condizioni di maggior disagio: ricordiamo tra i tanti casi che si sono susseguiti i lavoratori esodati, i precoci, chi ha svolto lavori usuranti, i quota 96 della scuola e più in generale tutti coloro che hanno perso il lavoro in età avanzata, così come i giovani che sono rimasti tagliati fuori dalla vita produttiva a causa del blocco del turn over.

Cisl, intervento di Furlan sulle pensioni: 'Fornero peggiore riforma di sempre'

Stante la situazione, anche la Cisl è tornata più volte nelle scorse settimane a chiedere un intervento di flessibilizzazione previdenziale al Governo Renzi, spiegando attraverso le parole del Segretario Generale Annamaria Furlan che la legge Fornero è stata la "peggiore riforma della previdenza che il nostro Paese abbia conosciuto". Il sindacato propone quindi di porre rimedio con un mix di interventi su lavoro e previdenza, tra i quali spicca la predilezione per il sistema di pensionamento anticipato tramite le quote. Il riferimento è al meccanismo di quiescenza calcolato sulla base della somma tra età anagrafica e contributi versati; un'idea che ha già proposto più volte il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano con la quota 100 e che sembra aver ottenuto anche il consenso di una larga parte dei lavoratori.

Riforma pensioni, Brunetti della Cgil parla di danno oggi e problemi in futuro

L'approccio della Cgil alla questione previdenziale mette in rilievo le tante contraddizioni stanno caratterizzando l'attuale sistema previdenziale. Nelle sue ultime dichiarazioni, il Responsabile delle politiche giovanili della Cgil Andrea Brunetti ha messo in evidenza i dati di una recente ricerca del Censis, all'interno della quale si sottolineava che oltre il 65% dei giovani dipendenti italiani rischia di avere una pensione inferiore ai 1000 €, mentre la situazione in futuro potrebbe essere ancora più drammatica per coloro che lavorano con contratti precari, in nero oppure che risultano disoccupati.

D'altra parte, la soluzione più volte proposta dal sindacato è quella dello sblocco del turn over, permettendo la quiescenza dei lavoratori in età avanzata già a partire dai 60 anni di età con 35 di versamenti, oppure in alternativa con 40 anni di contribuzione indipendentemente dall'età anagrafica.

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