Archiviato il jobs act con i suoi decreti attuativi (ma non le polemiche che restano sempre vive ed accese), il governo del premier Matteo Renzi è alle prese con un'altra battaglia, non meno impegnativa rispetto al tema del lavoro: la questione previdenziale. Anche qui il terreno non è indenne da ostacoli e "mine" più o meno nascoste. Il tema previdenziale non è nuovo, da sempre è stata la spina nel fianco dei governi. L'ultima riforma, quella della professoressa Fornero, ministra del lavoro del Governo Monti del 2011, è quella vigente, ed è anche quella più avversata da tutti, dai lavoratori, dai sindacati, dai partiti e da singoli esponenti politici.

Viene facile domandarci: ma allora, se nessuno la vuole più perché non la si cambia? La risposta è altrettanto semplice: è l'unica che al momento che garantisce allo Stato risparmi consistenti e necessari in special modo con la crisi che ancora attanaglia il nostro Paese. Dalla sua parte si è schierata l'Europa, sempre vigile sui nostri conti, ed "in patria" ha trovato uno strenuo difensore che è, guarda caso, il Ministro alle finanze Padoan, il tesoriere della cassaforte statale. Ma allora come venirne fuori? La legge Fornero ha generato diversi "mostri" che attendono di essere "giustiziati". Quali? Esodati e quota 96 scuola in primis. Poi ci sono da risolvere le vertenze legate all'opzione donna, ai ferrovieri, ai lavoratori addetti ai lavori usuranti, ai lavoratori precoci.

Tutte questioni che attendono giustizia da anni, per le quali molte sono state le iniziative, le proposte e le ipotesi di soluzione, ma nessuna ha trovato il percorso giusto per arrivare alla soluzione.

La madre di tutte le battaglie: la disoccupazione giovanile

Accanto a queste questioni, poi, vie è la "madre di tutte le battaglie": la disoccupazione giovanile che ha raggiunto "traguardi" non più sostenibili.

Le percentuali dei giovani senza lavoro ormai non hanno un numero fisso. Difatti variano di giorno in giorno e chiedono ogni giorno "vendetta". Il premier Renzi nella presentazione ed illustrazione alla stampa dei decreti attuativi del jobs act, ha garantito che da oggi possiamo guardare al futuro con uno sguardo più radioso.

Inizia per davvero una nuova era, almeno per il mondo del lavoro? I giovani se lo augurano, anzi lo reclamano, non c'è più tempo da perdere.

La tanto agognata "staffetta "generazionale diventerà realtà nel breve periodo? Le proposte per lo svecchiamento dell'apparato statale sono partite, adesso si aspetta lo svecchiamento anche del settore privato, con l'esame e conseguente scelta delle proposte che sono sul tavolo del governo, da quella di Damiano a quella di Boeri a tutte le altre che hanno la stessa finalità.