Parlare di pensioni, oggi, vuol dire parlare di due sistemi diversi, due metodi diversi, due strategie diverse. Quali? Perché? In Italia abbiamo il sistema Pensioni riservato a settore pubblico e quello riservato al settore privato. Sistemi e trattamenti diversi. Analizziamo i due sistemi.

Quello privato è un sistema rigido, fissato da altrettante rigide norme, che non si riesce ad ammorbidire e a rendere flessibili. Le motivazioni sono quelle di sempre: le difficoltà generate dalla cronica assenza di coperture economiche da un lato e dall'altro i risparmi che la legge in vigore garantisce alle magre casse dello Stato.

Tali condizioni e situazioni hanno fatto sì che ad oggi tutte le proposte avanzate in questo periodo siano rimaste ferme al palo. Ci riferiamo alle ipotesi di uscita anticipata, della cosiddetta opzione donna, della "staffetta generazionale", del bonus di 80 euro ai pensionati, della quota 100, del ricalcolo economico per le pensioni d'oro e conseguente prelievo per un aumento delle pensioni minime.

Nel settore pubblico le situazione muta. C'è una maggiore attenzione alle questioni previdenziali. La Ministra Madia ha dato pratica attuazione alle norme che disciplinano la materia pensionistica nel settore pubblico. Ha emanato una circolare esplicativa del decreto legge 90/2014 avente per oggetto: "Soppressione del trattenimento in servizio e modifica della disciplina della risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro", che ha come obiettivo prioritario lo svecchiamento degli uffici pubblici ed il ricambio generazionale nella P.A.

Non è più possibile trattenere in servizio chi ha raggiunto i requisiti anagrafici e contributivi, né sono più ammissibili le consulenze. Sulla scia segnaliamo, sempre nell'ottica di un diverso modo di agire tra pubblico e privato, due esempi, seppur sperimentali di strategie per l'attualizzazione del turn over generazionale.

In Piemonte è prevista l'applicazione della formula del part time per gli over 50 vicini al pensionamento che addestreranno i nuovi assunti a tempo indeterminato ed in Sicilia sarà applicata la quota 100 (proposta Damiano) per il personale ritenuto in esubero.

Insomma abbiamo un Italia che corre sempre a due velocità e non su binari paralleli.

Occorrono pertanto interventi legislativi che rendano il sistema pensionistico più equo e moderno, che sappiano coniugare l'efficienza con le necessità. I tempi sono maturi ed improcrastinabili. I giovani se lo augurano e se lo aspettano, da subito.