Il Presidente della Commissione lavoro Cesare Damiano è tornato ancora una volta a chiedere al Governo Renzi di concentrarsi sulla proposta di pensionamento anticipato con "quota 100"; si tratta sicuramente di una delle soluzioni più apprezzate dai lavoratori, per quanto è stato possibile dedurre dai commenti rilasciati nei nostri precedenti articoli. Vi è da aggiungere che Damiano nelle ultime settimane è intervenuto in molteplici occasioni sul punto, al fine di mantenere attiva l'attenzione su di una questione che altrimenti si potrebbe perdere nei meandri delle urgenze politiche, come ad esempio il Job Acts o il Ddl sulla concorrenza.
Proprio questi due punti sono stati infatti annunciati come prioritari dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ha così smorzato gli entusiasmi di chi si attendeva un intervento dell'esecutivo in tempo breve. Resta pertanto evidente a tutti che una soluzione effettiva non potrà arrivare prima della prossima primavera, anche se il sistema resta palesemente troppo rigido e continua ad avere una estrema necessità di interventi correttivi di tipo strutturali.
Damiano parla della quota 100, ecco le sue ultime dichiarazioni al riguardo del meccanismo di prepensionamento
"È necessario che si apra un confronto serio sulla questione [...] dopo il 20 febbraio si inizierà a riflettere, sarebbe ora"; sono queste le ultime parole al riguardo dell'attesa riforma della previdenza da parte di Damiano.
L'esponente della minoranza democratica ha già spiegato più volte di ritenere il sistema della quota 100 la migliore strategia di pensionamento anticipato, perché permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione già a patire dai 60 anni di età e con 40 anni di versamenti contributivi, ma allo stesso tempo sarebbe in grado di offrire un'elevata flessibilità visto che a minore età devono seguire contributi maggiori e viceversa.
Un tale meccanismo previdenziale sarebbe pertanto in grado di consentire una scelta soggettiva di quiescenza da parte del lavoratore. A differenza di quanto avviene con la prassi in vigore, si riuscirebbe quindi a spezzare l'estrema rigidità introdotta con la legge Fornero, che ha provocato non solo il blocco dei pensionamenti ma anche quello del turn over, con la conseguenza di innalzare la disoccupazione giovanile ad una soglia superiore al 40%.
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