Giungono nuove interessanti dichiarazioni sul tema della previdenza sia dal Ministro del lavoro Giuliano Poletti che dal Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano: a tutti gli effetti i due possono essere presi come riferimento per determinare l'attuale stato di avanzamento della discussione sulle ipotesi di riforma pensionistica, allo studio tanto del Governo quanto del Parlamento. Al momento non è ancora dato sapere come sarà trovata la quadra tra i tanti scenari risolutivi che ormai sono stati finora delineati e le esigenze molto variegate dei lavoratori disagiati, come ad esempio esodati e precoci non salvaguardati, Quota 96 della scuola e più in generale disoccupati in età avanzata.

Poletti apre alle ipotesi sulle pensioni d'oro dell'economista Tito Boeri, ora alla presidenza dell'Inps

Il nuovo Presidente dell'Inps nominato alla fine del 2014 dal Governo Renzi si è già espresso in passato al riguardo della forte sperequazione attualmente esistente nel comparto della previdenza, evidenziando delle problematiche sia a livello verticale (ovvero tra le diverse generazioni) che orizzontale (cioè nella differenza tra i pensionati che fanno fatica a vivere con la mensilità erogata e coloro che arrivano anche a cumulare diversi trattamenti molto elevati basati sul retributivo). Tra le soluzioni che ipotizzate in passato tramite alcuni editoriali, aveva fatto molto parlare quella di un contributo di solidarietà da applicare solo sugli assegni retributivi più alti (superiori ai 3000 €); in questo modo, si sarebbe potuto applicare il principio dell'equità distributiva reperendo al contempo le risorse utili per risolvere le tante situazioni di difficoltà in cui versano i lavoratori disagiati.

Il Ministro Poletti è nuovamente intervenuto a tal proposito negli scorsi giorni, spiegando che sul tavolo vi sono diverse ipotesi, ma che quando sarà arrivato il momento di decidere si discuterà su tutto, lasciando intendere che le proposte di Boeri potrebbero anche rappresentare una delle soluzioni privilegiate.

Pensioni 2015, Cesare Damiano torna a chiedere al Governo di mettere in atto il pensionamento anticipato con la quota 100

Nel frattempo dal Parlamento continuano a giungere le richieste di Cesare Damiano affinché di permetta il pensionamento in favore dei lavoratori in difficoltà attraverso il sistema delle quote: nella pratica, la proposta il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera chiede di salvaguardare le decine di migliaia di lavoratori rimasti bloccati fuori dall'Inps a causa delle regole previste nella legge Fornero attraverso la quota 100, perché "consentirebbe l'ingresso alla pensione già con 60 anni di età e 40 anni di contribuzione, oppure con requisiti contributivi minori in cambio di un'età maggiore.

Le combinazioni possono sono tante" ha affermato Damiano, specificando che proprio questa forma di flessibilità potrebbe risultare particolarmente utile per andare incontro alle esigenze soggettive di ogni lavoratore.

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