Le novità in tema di riforma del sistema previdenziale italiano non mancano mai. Al 15 febbraio 2015 sicuramente una delle news più interessanti è stata senza dubbio quella che riguarda la questione della cosiddetta "opzione donna". Essa sarebbe quel regime particolare che permette alle donne con 57 anni di età e almeno 35 anni di contributi di andare in pensione anticipata mediante il sistema contributivo. Questo è almeno quello che doveva accadere ma in realtà al momento le lavoratrici che hanno maturato questo diritto sono bloccate e non possono avvalersi di questa opzione così come invece si è verificato nel corso del 2014 per coloro che ne avevano i requisiti.
Il motivo di questo blocco è dipeso, secondo quanto spiegato da una circolare dell'Inps risalente allo scorso dicembre, da una decisione del Ministero dell'Economia e del Lavoro. La situazione ancora oggi non si è risolta ed ecco allora la clamorosa decisione del Comitato opzione donna che ha dato il via ad una raccolta di firme per la proposizione di una class action da presentare dinanzi al Tar del Lazio. L'obiettivo del comitato opzione donna guidato da Daniela Maroni è quello di presentare il ricorso entro fine Marzo. Il motivo sarebbe quello di arrivare ad una prima udienza di ufficio entro la chiusura per ferie dei tribunali in estate.
Questo in quanto l'udienza va fissata tra i 90 e 120 giorni dal deposito del ricorso.
Non sono esclusi colpi di scena nelle prossime settimane. Per quanto concerne la riforma del sistema previdenziale occorre registrare che continuano le discussioni tra tutti i soggetti interessati dalla riforma. In particolare occorre segnalare che anche nel corso di quest'ultima settimana è continuato su questo argomento il dialogo tra governo e sindacati.
In particolare la Cgil ha chiesto al Premier Matteo Renzi di velocizzare i tempi della riforma permettendo a chi ha maturato 40 anni di contributi di uscire dal lavoro a prescindere dall'età anagrafica. Anche la Cisl è intervenuta dichiarando attraverso i propri rappresentanti il proprio gradimento per la proposta di Cesare Damiano sulla cosiddetta "Quota 100".