Come riformare la Legge Fornero? È questo l'interrogativo che preoccupa gran parte dei lavoratori italiani che ormai da anni sono alle prese con le dure norme introdotte nella riforma sulle Pensioni dell'ex ministro Elsa Fornero che ha pensato di allungare l'età pensionabile causando non pochi problemi per quanto riguarda il sistema previdenziale italiano.
I lavoratori del comparto scuola, gli esodati, i lavoratori usuranti e precoci, queste sono le categorie maggiormente colpite con l'introduzione della Legge Fornero e che tuttora, attendono risposte da parte del Governo.
Infatti, come già tanti sanno, i cosiddetti Quota 96, ovvero i lavoratori appartenenti al comparto scuola, pur avendo maturato i requisiti necessari al pensionamento secondo le vecchie norme, non hanno ancora potuto lasciare la cattedra e quindi usufruire del trattamento previdenziale. Da non dimenticare i famosi esodati, altra categoria rimasta colpita dalla vecchia riforma per i quali sono state attuate le sei misure di salvaguardia al fine di garantire maggiori diritti ai lavoratori.
Anche i lavoratori usuranti e precoci, ovvero quella categoria di lavoratori che hanno iniziato la propria attività lavorativa in giovane età, sono rimasti "vittime" della precedente riforma che ha allungato ulteriormente l'età pensionabile non permettendo loro, l'accesso al pensionamento.
Ad intervenire su un tema così delicato, è il sindacato della CGIL che ha proposto al Governo un meccanismo di uscita dopo il compimento dei 60 anni di età o in alternativa, dopo il versamento di 40 anni di contributi. Da ricordare che, dal primo gennaio 2016, a causa dell'adeguamento alla speranza dei vita i requisiti necessari al pensionamento aumenteranno di 4 mesi.
È questo il motivo che spinge il segretario generale della CGIL Susanna Camusso a chiedere la cancellazione dell'aggancio dei requisiti pensionistici alla speranza di vita. Altro aspetto molto fondamentale che richiede particolare attenzione, è una maggiore tutela degli assegni previdenziali percepiti da quei lavoratori che hanno svolto la propria attività lavorativa in modo discontinuo e che quindi, si ritrovano con pochi anni di contribuzione.