In un clima come questo fatto di speranze e sgomento che sta affliggendo migliaia e migliaia di lavoratori italiani, le modifiche alla Riforma Fornero risultano veramente la prima necessità al fine di permettere a molti lavoratori rimasti penalizzati dalla norma contenuta nel decreto Monti, di accedere al pensionamento. Sono tante le proposte giunte sui tavoli del Governo in attesa di essere analizzate nei minimi particolari.

Servono interventi urgenti e di questo, l'esecutivo Renzi ne è consapevole. Il delicato tema delle Pensioni non può essere trascurato per evitare di creare un susseguirsi di problemi che andranno a ripercuotersi sui lavoratori italiani.

Il Governo è tuttora a lavoro per valutare le due ipotesi che finora meritano maggiore considerazione. Si tratta del meccanismo di Quota 100, ideato dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, che prevede l'uscita anticipata dopo aver perfezionato un minimo di 60 anni di età anagrafica assieme a 40 anni di contributi oppure 61 anni di età e 39 anni di contributi o ancora 62 anni di età con 38 anni di contribuzione. Ciò costituisce un'ampia preferenza per i lavoratori che potranno scegliere di lasciare il lavoro nel momento da loro ritenuto più idoneo.

Adottando questo meccanismo, la cifra da pagare è molto elevata. Infatti, l'ipotesi sostenuta da Damiano potrà comportare un costo da 2,5 a 11 miliardi di euro, una cifra piuttosto ingente che per il momento lo Stato non può reperire.

Sempre parlando di quote, al vaglio del Governo, vi sarebbe la proposta per ritornare a Quota 96. A proporlo, è il segretario della Funzione pubblica Cgil Rossana Dettori, secondo la quale sarebbe indispensabile ripristinarla. Rimane comunque il fatto che sembra un obiettivo molto difficile da raggiungere visto che necessita di coperture finanziarie. L'agognata pensione resta ancora lontana nonostante il problema rimane di estrema urgenza e molti italiani si aspettano risposte certe e non più le solite ipotesi che danno inutilmente speranze.