Rimane ancora un dibattito aperto quello sulla riforma tanto odiata dai lavoratori italiani, la Legge varata nel 2011 dall'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero che ha cambiato completamente il sistema della previdenza in Italia allungando l'età pensionabile per tutti e introducendo il metodo contributivo. I buchi creati dalla riforma Fornero, sono davvero enormi e diversi lavoratori non sono riusciti ad accedere alla pensione pur avendo raggiunto i requisiti necessari.
A mettere luce sul tema Pensioni è ancora il sindacato della Cisl guidato dal segretario generale Anna Maria Furlan, secondo la quale, è indispensabile ritornare al vecchio meccanismo delle quote.
"La legge è stata fatta in una notte, senza un incontro con il sindacato creando migliaia e migliaia di esodati", ha ribadito. Garantire una maggiore flessibilità in uscita, è un po' quello che si aspettano in tanti ma rimane comunque il fatto che, arrivare all'agognata pensione è ormai un miraggio.
E pagarne le conseguenze, sono sempre i giovani che non riescono ad inserirsi in un contesto lavorativo e che rischiano di ritrovarsi senza un futuro previdenziale anche perché come specifica "Pensioni Oggi", i coefficienti di calcolo sono utilizzati in modo punitivo. È questo il motivo che molto probabilmente spinge la Furlan a proporre interventi per eventuali modifiche dei coefficienti di calcolo.
La Cisl, quindi, è pronta a lanciare nuove proposte che mirano a garantire una certa flessibilità in uscita in modo tale da permettere ai lavoratori l'accesso alla pensione anche se rimane favorevole sul meccanismo di Quota 100, proposto dal presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Damiano, che prevede l'uscita anticipata con un minimo di 60 anni di età e 40 anni di contributi, oppure 61 anni di età e 39 anni di versamenti contributivi o ancora, 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contribuzione. Tale proposta, però, prevede costi da 2,5 a 11 miliardi di euro, una cifra enorme che molto probabilmente induce il Governo a prendere tempo.