"Se il Ministro del lavoro Poletti e il Presidente dell'Inps Boeri intendono riformare il sistema pensionistico nel segno dell'equità, prima di pensare a una tosatura indifferenziata sul retributivo, sarebbe opportuno approfondire alcuni dati": sono le ultime dichiarazioni in tema di previdenza rilasciate dal Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano. L'esponente della minoranza Dem lavora da lungo tempo a delle forme di pensionamento anticipato utili per ridare flessibilità al sistema previdenziale, ma finora senza essere riuscito a farsi ascoltare dall'esecutivo.
Il nodo da risolvere resta sempre quello delle risorse finanziarie, visto che qualsiasi eventuale riforma applicata senza prima aver tenuto adeguatamente conto delle coperture sarebbe inevitabilmente destinata a scontrarsi contro la tagliola dei tecnici di Bruxelles. Bisogna, però, anche tenere in conto che il disagio sociale dei disoccupati e dei lavoratori in difficoltà è costantemente cresciuto negli ultimi anni, tanto che una soluzione di flessibilità non sembra poter essere più rimandata a lungo.
Riforma pensioni 2015 - 2016: lo scontro si gioca sulle coperture finanziarie
Nelle ultime settimane si sono registrate fortunatamente diverse dichiarazioni di apertura alla flessibilità tanto dall'esecutivo Renzi quanto dall'Inps; purtroppo, quando si entra del merito delle soluzioni, la nebbia diventa improvvisamente più fitta.
I tecnici sarebbero al lavoro ormai da tempo su diversi scenari, mentre il ventaglio dei meccanismi con cui si vuole cercare di offrire la pensione anticipata finirà sul tavolo del Ministro Poletti già entro il prossimo giugno. Per il momento il punto fermo sembra il passaggio al sistema contributivo, che può voler dire un contributo di solidarietà a carico di chi già oggi riceve delle Pensioni calcolate con il vecchio sistema, ma anche un ricalcolo della mensilità erogata sulla base del montante effettivamente accumulato per chi desidera ottenere maggiore flessibilità.
Nuove proposte tecniche, la perplessità dei sindacati: si torna a chiedere confronto con il Governo. Più lontana la Quota 100?
Stante la situazione, non sono mancati i dubbi delle principali forze sindacali, che ormai da tempo stanno chiedendo un incontro diretto con il Ministro del Lavoro, al fine di pianificare un'azione di riforma condivisa.
Le parti sociali hanno ribadito più volte la propria disponibilità a collaborare per attuare una vera e propria contro riforma della legge Fornero, ma si sono dichiarati più volte contrari a nuove penalizzazioni nei confronti di chi è già andato in pensione o di chi avrebbe bisogno di ottenere la quiescenza. Un concetto che è stato ripreso anche dal Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, già citato all'inizio dell'articolo. Sembra, però, oramai improbabile che l'eventuale pensione anticipata passi per la famosa quota 100, molto ben voluta dai lavoratori disagiati: l'uscita dal lavoro attraverso l'unione di età anagrafica e contributi appare, infatti, troppo costosa per le casse pubbliche, tanto che i tecnici sembrano orientati a una misura più limitata.
E voi, quale pensate possa essere il miglior compromesso di flessibilità previdenziale tra le esigenze dei lavoratori e quelle dei pensionandi? Fateci sapere la vostra opinione inserendo un commento, mentre se desiderate ricevere gli ultimi aggiornamenti sulle pensioni vi ricordiamo di cliccare sul comodo tasto "segui" in alto.