"Sulle spese assistenziali va fatta una riflessione, anche per affrontare l'amento della povertà che in questi anni di crisi ha colpito di più le fasce d'età prima del pensionamento": sono queste le recenti parole pronunciate dal Neo Presidente Inps al riguardo del tentativo di effettuare una divisione netta tra assistenza e previdenza. Il passaggio è considerato come fondamentale per cercare di riordinare l'Inps, anche perché le situazioni di disagio si sono moltiplicate negli ultimi anni e sono ormai arrivate ad un punto critico. "Bisognerebbe insomma spendere meglio le risorse pubbliche [...] poi dal lato della previdenza è chiaro che usando il calcolo contributivo, si potrebbe introdurre forme di flessibilità".

Riforma pensioni Inps: la strategia di Boeri per il reddito minimo e le anticipate

L'economista della Bocconi ci tiene però ad effettuare una netta divisione tra chi si trova in difficoltà per aver perso il lavoro essendo ancora lontano dal pensionamento e chi invece si trova in questa situazione a pochi anni dalla quiescenza. Per i primi (ovvero i disoccupati con più di 55 anni) si sta pensando ad un reddito minimo di supporto,  che dovrebbe essere garantito grazie alla fiscalità generale e che in effetti è presente in quasi tutti i paesi europei. Il tema della flessibilità nell'accesso all'Inps e della pensione anticipata dovrebbe invece riguardare i lavoratori disagiati o gli inoccupati a cui mancano pochi anni al pensionamento, ma che di fatto si trovano in difficoltà a causa dell'estrema rigidità imposta con la legge Fornero.

Proposta Salvini: pensioni dignitose per tutti, ma abbassando i contributi

In questi giorni sta facendo molto parlare anche la proposta di riforma delle Pensioni rilanciata dal leader della Lega Nord Matteo Salvini, che riprendendo un'idea di Armando Siri mira ad ottenere due punti principali: il primo consiste nel cercare di abbassare il peso contributivo sulle spalle dei lavoratori, in modo da aumentare il loro reddito disponibile a parità di stipendio.

Il secondo consiste nell'offrire pensioni dignitose per tutti, senza permettere che con l'Inps risulti possibile arricchirsi o accumulare vere e proprie fortune. Nella pratica, tutti coloro che hanno iniziato a versare a partire dal 1996 potranno accumulare 1000 euro al mese per quattordici mensilità di pensione con 40 anni di contributi, il cui peso massimo corrisponderà a 7500 € l'anno (di cui fino a 5.000 € si farà carico l'azienda).

Versando 35 anni si otterranno 800 € al mese, mentre dimezzando l'importo versato la pensione mensile corrisponderà a 500 €. "Ci saranno più soldi durante la vita lavorativa e poi tutti avranno una pensione uguale e dignitosa" ha sottolineato Armando Siri, rifacendosi alla teoria della Flat Tax già proposta dalla Lega per quanto concerne l'imposizione fiscale sul reddito. 

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