Nel 2015 "ci saranno più assunzioni che licenziamenti e molto dipenderà dallo Jobs Act, che rende più semplice assumere". Lo ha affermato ieri sera in un'intervista rilasciata al Tg1 il primo ministro Matteo Renzi, che ha parlato di uno dei primi due decreti legislativi d'attuazione del Jobs act entrati ieri in vigore, quello sul contratto a tutele crescenti che sostanzialmente modifiche le norme sui licenziamenti abolendo le garanzie previste dall'articolo 18, come di "una grande novità".
Matteo Renzi: 'Nel 2015 più assunzioni, sarà una rivoluzione'
Il premier ha parlato di "una grande rivoluzione che porterà l'Italia - ha sottolinea con ottimismo Renzi - fuori dalle secche della disoccupazione". L'altro decreto attuativo pubblicato In Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore ieri 7 marzo è quello sulla Naspi, il nuovo sussidio di disoccupazione che decollerà, ironia della sorte, dal 1° maggio prossimo, il giorno in cui si celebra la Festa del Lavoro. Ma il Jobs act di Renzi, che certamente piace alle imprese, non piace ai sindacati che chiedono modifiche e comunque un cambio di rotta con i prossimi decreti attuativi e non piace nemmeno alle opposizioni, né al Movimento 5 stelle di Beppe Grillo né a Forza Italia di Silvio Berlusconi.
"Se Berlusconi avesse fatto lo stesso provvedimento - ha detto il parlamentare M5s Roberto Fico - tutta la pseudo sinistra sarebbe scesa in piazza con tutti i sindacati. Lo ha fatto Renzi e il Paese cosiddetto intellettuale di sinistra - ha aggiunto il deputato grillino - è stato zitto. Noi invece non stiamo zitti e continueremo a lottare - ha sottolineato Fico - su ogni provvedimento che non va nell'interesse del Paese".
Secondo il parlamentare del Movimento 5 stelle "chi vuole precarizzare il Paese è il Partito democratico".
Jobs Act, critiche da sindacati e opposizioni al nuovo contratto
"Mi auguro di poter essere smentita, ma non credo - ha detto la deputata di Forza Italia Renata Polverini, vice presidente della commissione Lavoro della Camera - che le nuove regole creeranno nuovi occupati.
Il provvedimento che ha reso ancor più precario il lavoro - ha sottolineato l'ex sindacalista - è quello sui contratti a tempo determinato che non hanno più la causale e quindi possono essere rinnovati per 36 mesi senza una motivazione". "Oggi entrano in vigore i decreti sulle cosiddette tutele crescenti del Jobs Act: oggi inizia una nuova fase di insicurezza dell'era 2.0", ha commentato in un comunicato stampa il leader della Uil Carmelo Barbagallo secondo il quale "c'è un entusiasmo esagerato per questo provvedimento cha fa da cassa di risonanza - secondo il sindacalista - alla soddisfazione degli imprenditori e dell'Europa del rigore. Sarà più facile - ha aggiunto Barbagallo - ridurre le tutele dei lavoratori e licenziare: questa è l'unica certezza".