Le ultime notizie sulla riforma delle pensioni 2015 vertono sostanzialmente su un fatto, l'annuncio dei giorni scorsi di Poletti che ha dichiarato di voler incontrare i sindacati dando così il via ufficiale alla riforma e ponendo un termine alla sua realizzazione: la legge di stabilità di dicembre. Il confronto sta per cominciare, tante le proposte da vagliare cui se ne potrebbero aggiungere delle altre: dai sindacati, ma anche da parte della nuova squadra dirigente INPS, come suggerito dallo stesso ministro del Lavoro. Vediamo allora come potrebbe essere la riforma delle Pensioni 2015 vista da Tito Boeri, neo-presidente Inps che ha risposto alle domande del Corriere della Sera.
Il successore di Mastrapasqua alla governance dell'ente previdenziale sembra avere le idee piuttosto chiare in tema di riforma pensioni, tema trattato varie volte nei suoi articoli che il nuovo presidente ha scritto di proprio pugno su lavoce.info, dove collaborava prima di accedere alla dirigenza dell'INPS. Il primo punto sul quale Tito Boeri tiene particolarmente è la discussa busta arancione: grazie a questo sistema il lavoratore potrà conoscere in anticipo a quanto ammonterà la sua pensione futura in modo tale da ponderare al meglio le proprie scelte lavorative.
Riforma pensioni 2015, le proposte di Tito Boeri: pensione anticipata per curare il problema esodati
Tema in passato ripreso più volte proprio su lavoce.info, nella lunga intervista al Corriere Boeri ha affrontato il problema degli esodati come nocciolo principale sul quale costruire ogni ipotesi di riforma pensioni: "un reddito minimo per contrastare le situazioni di povertà, finanziato dalla fiscalità generale" sarebbe l'ingrediente essenziale della ricetta Boeri.
In linea con il parametro della flessibilità, la nuova riforma pensioni 2015 dovrebbe poi prevedere una pensione anticipata basata sul sistema di calcolo contributivo: si tratterebbe sì di una pensione più leggera, ma permetterebbe l'uscita anticipata dal mondo del lavoro rispettando il criterio della flessibilità.
Il piano Boeri di riforma pensioni 2015 però necessita, a detta del suo stesso ideatore, di una vasta opera di convincimento in sede commissione UE a causa della sua dimensione di calcolo su scala annuale.
Per poter attuare la riforma pensioni targata Boeri infatti, sarebbe sì necessario aggravare la spesa pubblica nel breve periodo, ma con effetti benefici sul bilancio di lungo periodo di cui i tecnici europei sembrano non tenere conto. In ogni caso, in attesa del prossimo incontro annunciato tra il governo Renzi e i sindacati, vi invitiamo a rimanere aggiornati cliccando il tasto "Segui"in alto.