Le ultime notizie sulla riforma Pensioni 2015 guardano con trepidante attesa all'annunciato incontro tra il ministro del Lavoro Poletti e i sindacati per riprendere la discussione ed eventualmente esporre nuove proposte per la riforma che, lo ricordiamo, verrà attuata con la prossima legge di Stabilità e sarà all'insegna della flessibilità in uscita. All'indomani della festa della donna tuttavia, sull'argomento pensioni è emerso un triste dato che riguarda il nostro paese ove permangono disparità di genere. La questione dell'età di pensionamento poi non riguarda soltanto il diverso trattamento per le pensioni di uomini e donne, ma soprattutto alla luce delle ultime proposte si pongono delle problematiche dagli effetti poco chiari per il futuro.
Riforma pensioni 2015, Poletti aperto a nuove proposte e punta all'incontro con i sindacati oltre che sulla nuova squadra dirigente INPS. Lo ha annunciato pochissimi giorni fa Giuliano Poletti, l'incontro con i sindacati da questi ultimi tanto atteso: «I sindacati ci hanno chiesto un incontro e li incontreremo» ha detto, riportando lo sguardo sulla necessità «ridurre gli elementi di rigidità e trovare una risposta alle problematiche sociali più acute». L'apertura del ministro Poletti verte per ora sulle ormai note proposte che hanno il denominatore comune della flessibilità: il trattamento previdenziale a partire dai 62 anni con penalizzazione, il prestito pensionistico, l'integrazione al minimo e il reddito minimo, ipotesi propugnate dallo stesso presidente INPS, Tito Boeri.
Il ministro tuttavia si è definito aperto anche a nuove ipotesi, specie in collaborazione con la nuova squadra dirigente INPS.
Pensione anticipata, possibili danni a lungo termine? Pensioni uomini e donne, ancora disparità di genere
Proprio a questo proposito, Giuliano Cazzola di Formiche fa notare come risulti però piuttosto pericoloso nel lungo termine il progetto portato avanti da Poletti, Damiano e Boeri: il succo è che abbassando la soglia minima d'accesso al sistema previdenziale secondo le ultime proposte di pensione anticipata per la riforma 2015, si rischi - anche a fronte dell'eventuale penalizzazione prevista - di andare incontro a pesanti effetti a lungo termine.
Con la pensione anticipata infatti, non si tiene conto che nel giro di una trentina d'anni l'aspettativa di vita media degli italiani over 65 salirà a 22 anni per gli uomini e a 25,3 anni. Ancora troppi per potersi permettere di smettere di lavorare e gravare sul sistema previdenziale, a maggior ragione se si ipotizza che nel 2050 ci saranno più over 80 che ragazzi al di sotto dei 14 anni.