Prosegue senza soluzione di continuità il dibattito attorno alla questione previdenziale. Nella giornata di ieri si è tenuta la prima audizione in Commissione Lavoro riguardo al ddl Damiano, un provvedimento che mira a 'correggere' le storture introdotte dalla Legge Fornero e a configurare nuovi requisiti di accesso a prepensionamento e pensione anticipata. Qualora il provvedimento firmato dall'ex ministro e membro del PD dovesse essere approvato senza modifiche il governo Renzi direbbe si ad un sistema che prevede il pensionamento per tutti una volta raggiunti 35 anni di contributi e un minimo di 62 anni di età, disegno certo ambizioso che se rivisto potrebbe risultare funzionale anche in ottica pensioni lavoratori precoci.

E mentre il dibattito politico cresce di intensità con lo scontro tra Mario Monti e Matteo Salvini, il presidente INPS Tito Boeri fa sapere che non si sottrarrà ad un confronto con i sindacati. Tornato sulla Legge Fornero, lo stesso Mario Monti ha poi sottolineato come quel provvedimento fosse necessario per evitare che l'Italia finisse come la Grecia, un piano bis dunque che in un certo senso potrebbe essere rispolverato anche in questo 2015.

Pensioni lavoratori precoci e Legge Fornero, Boeri e Salvini: conti pubblici, il piano bis - Poletti vuole il prestito INPS

Parlando di pensioni lavoratori precoci e Legge Fornero rileva senz'altro l'avvio del dibattito che ha per oggetto il ddl Damiano: la proposta dell'ex ministro mira a concedere il pensionamento in un range di tempo che va dai 62 ai 70 anni (intesi come minimo e massimo) a fronte di una serie di incentivi e disincentivi compresi tra il 2 e l'8% da calcolarsi in base all'età di abbandono dell'impiego. Una soluzione del genere non è certo da scartare a priori ma sarebbe comunque da rivedere in ottica Pensioni lavoratori precoci, gente che avendo iniziato a lavorare molto presto non può avere un requisito anagrafico da dover raggiungere. In un contesto comunque delicato è tornato a parlare di previdenza anche il presidente Boeri, che ha sottolineato la volontà di colloquiare coi sindacati per trovare una soluzione condivisa e partecipata.



E mentre in Commissione Lavoro il dibattito prosegue a ranghi serrati si fa sempre più duro lo scontro tra Salvini, leader della Lega Nord, e i membri dell'allora governo Monti, 'rei' di aver istituito la Legge Fornero, un provvedimento che ha dato il là ad anni di grande difficoltà scatenando il caso pensioni lavoratori precoci ed innescando in contemporanea tutta un'altra serie di vertenze. Ieri è toccato a Monti in persona rispondere a Salvini: 'Senza la legge Fornero sulle pensioni l'Italia sarebbe come la Grecia. E' vile prendersela con una donna coraggiosa, senza una rapida e incisiva riforma delle pensioni sarebbero saltati i conti pubblici. Salvini ha tutto il diritto di criticare aspramente la riforma delle pensioni nota come 'Legge Fornero', lo invito però a porre fine ai suoi ripetuti, ignobili e vergognosi attacchi personali ad Elsa Fornero'. Monti ha dunque ribadito come senza la Legge Fornero i conti pubblici sarebbero saltati, stesso motivo (con proporzioni più ridotte) per il quale oggi il ministro Poletti vorrebbe soluzioni meno invasive e più morbide in ottica riforma della previdenza. Il responsabile del Welfare starebbe in particolare studiando un sistema di prestiti che consenta ai lavoratori di ammortizzare uscite anticipate dal lavoro, denaro che i diretti interessati dovrebbero comunque rendere a pensione raggiunta. A questo punto non resta che attendere seguendo l'evolversi del dibattito.