Continua senza sosta il dibattito relativo a pensioni lavoratori precoci e opzione donna: da una parte proseguono le rivendicazioni dei sindacati che continuano a sollecitare il ministro Poletti affinchè convochi i meeting annunciati a inizio febbraio, dall'altra prosegue l'instancabile lavoro del Comitato Opzione Donna che continua a 'pressare' i vertici istituzionali per pizzicare le giuste corde e giungere così ad una soluzione positiva della propria vertenza. Partendo dal caso dei lavoratori precoci il contesto di riferimento appare di complessa lettura: tra attacchi frontali e veti invalicabili si sta assistendo ad un fuoco incrociato che non sembra risparmiare nessuno, Renzi in primis, che continua a non esporsi e a 'fare orecchie' da mercante.
Ben più positivo il clima che si respira in riferimento alla vertenza legata all'Opzione Donna, con il ministro Poletti ad aver ribadito che conosce la situazione e che presto arriveranno delle risposte. Nelle scorse settimane il leader del Comitato Opzione Donna Daniella Maroni ha lanciato nuovi appelli e fatto nuove precisazioni: chiunque fosse interessato alla vicenda o creda di poter aderire alla class action in via di definizione contro l'INPS è tenuto a consultare la pagina Facebook del movimento, centro nevralgico dell'opera di divulgazione condotta con esemplare impegno dallo stesso Comitato presieduto dalla Maroni.
Pensioni lavoratori precoci e opzione donna, meeting Poletti e appello Maroni: le novità tra diatribe verbali e nuove polemiche
Le ultime notizie relative al caso pensioni lavoratori precoci e all'opzione donna paiono viaggiare su un doppio binario: da una parte una situazione difficile e complessa da risolvere in merito alla quale le Istituzioni stentano a pronunciarsi, dall'altra un clima tendenzialmente più positivo e probabilmente agevolato dalla riconoscibilità della vertenza, con le migliaia di lavoratrici interessate all'Opzione Donna ad aver aderito ad un apposito Comitato. Partendo dai lavoratori precoci le proposte di riforma più probabili rimangono quelle targate Damiano: uscita a 62 anni più 35 di contributi, Quota 100 o Quota 41, ma a mancare è il dialogo. Poletti non si decide ancora a dare il via alla fase di concertazione, Renzi trascura la materia previdenziale e l'UE continua a bacchettare l'Italia ricordandole che la via maestra è quella tracciata dalla Legge Fornero. In un clima così tutto diventa più difficile.Passando dal caso pensioni lavoratori precoci all'opzione donna, la situazione appare diametralmente opposta: intervenuto all'Acli di Milano, il ministro Poletti è stato avvicinato da alcuni membri del Comitato Opzione Donna sottolineando loro che conosce molto bene la vertenza per la quale si stanno battendo ormai da mesi. Da una parte prosegue dunque il pressing ai vertici istituzionali, dall'altra avanza invece l'iter che condurrà alla class action contro l'INPS: tramite un post pubblicato sulla pagina Facebook del movimento, Daniella Maroni ha ricordato a tutti che per aderire alla stessa class action c'è tempo fino al 15 marzo. Nel caso dell'opzione donna il problema non è legato a questioni economiche quanto di merito: se il governo non offrirà le giuste risposte (Renzi non dà segni di vita da tempo immemore) sarà la giustizia amministrativa ad intervenire con esiti, ci si augura, il più possibile positivi. Sono circa 7mila le donne in attesa di sapere se arriverà la tanto attesa proroga, non possiamo che allinearci alla loro stessa speranza. Seguiremo i prossimi sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.