Prosegue con grande veemenza il dibattito attorno al caso pensioni lavoratori precoci: ad aver riacceso le luce dei riflettori sulla vertenza la circolare firmata dal ministro Madia che prevede il pensionamento obbligatorio per tutti i dipendenti pubblici che abbiano raggiunto i requisiti previsti per l'abbandono dell'impiego. Un provvedimento spiegato con la necessità di re-innescare il ricambio generazionale agevolando il turn over, obiettivo che è sì raggiungibile ma solo accompagnando le uscite con nuovi ingressi. Ad aver espresso in modo semplice e lungimirante il concetto è stato Vito Moromarco, professore di politica economica all'università Cattolica di Milano: intervistato da IlSussidario.net, Moromarco ha sottolineato come sia inutile prevedere pensionamenti di massa senza scandire la cosa con nuove assunzioni, il tutto senza considerare che un aumento esponenziale del numero di pensionati potrebbe portare l'intero sistema a soffrire di importanti problemi di sostenibilità economica.

Servono risorse insomma come già sottolineato dal neo presidente INPS Tito Boeri, che nelle scorse settimane ha proposto di tagliare le Pensioni d'oro con l'intento di incamerare fondi da reinvestire nella previdenza.

Pensioni lavoratori precoci e Quota 100, Boeri e Madia: si con riserva al piano Damiano - Iter di riforma al via in tempi brevi

Focalizzandoci sul solo caso pensioni lavoratori precoci, riceve sempre più consensi l'ipotesi formulata dal presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano che vorrebbe l'introduzione dell'ormai famosa Quota 100, una proposta che piace anche al professor Moromarco purchè si fissi una soglia di età alla quale accedere comunque al pensionamento. La proposta correttiva suggerita da Moromarco è condivisibile solo in parte, dato che fissare una soglia di età per accedere al pensionamento risulterebbe comunque penalizzante per i lavoratori precoci che hanno avviato la propria carriera lavorativa in giovane età. La Quota 100 è inoltre stata suggerita per incrementare il livello di flessibilità in uscita, la previsione di una soglia di età comunque fissa non farebbe altro che irrigidire una proposta pensata per il fine opposto.



Il caso pensioni lavoratori precoci potrebbe però essere interessato anche da un'altra delle proposte figlie del ddl Damiano, che in alternativa alla Quota 100 'sponsorizza' anche la Quota 41. L'idea sarebbe quella di concedere il pensionamento una volta maturati 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica di riferimento, manovra questa che si rivelerebbe vitale in ottica pensioni lavoratori precoci ma che si scontra con delle criticità economiche. Proprio per ovviare a simile esigenze il presidente INPS Tito Boeri ha recentemente rilanciato la proposta di tagliare le pensioni d'oro al di sopra dei 3.000 euro netti al mese mediante l'introduzione di un'imposta progressiva. Le proposte insomma ci sono, a colpire piuttosto è il reiterato atteggiamento di governo Renzi e Istituzioni che stentano a prevedere misure ad hoc per lavoratori precoci e individui impegnati in attività usuranti, categorie che versano in situazioni professionali particolari e che per tanto meriterebbero una tutela specifica della quale ad oggi non vi è traccia alcuna. Seguiremo i prossimi sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' posto a fianco al nome dell'autore.