La "Coalizione sociale" lanciata da Maurizio Landini non è un partito ma sembra avere un programma molto preciso. I temi fondamentali che rientreranno nelle discussioni di questo nuovo movimento riguardano soprattutto due questioni, tra le più dibattute degli ultimi tempi: da un lato la riforma pensioni 2015 e la necessità di correttivi "strutturali" alla legge Fornero, e dall'altro la riforma del mercato del lavoro, il cosiddetto Jobs Act, con la necessità della costruzione di un percorso popolare in vista di un referendum abrogativo.

Lo scontro nella CGIL tra Landini e Camusso diviene sempre più diretto: da un lato c'è il leader della FIOM che chiede un maggiore impegno e una maggiore radicalità nella critica alle mosse del governo Renzi, dall'altro la Camusso ritiene che il progetto di "Coalizione sociale" possa snaturare la realtà stessa del più forte sindacato italiano.

Riforma pensioni 2015 e mercato del lavoro: la proposta di un referendum abrogativo e di una legge di iniziativa popolare

Secondo Maurizio Landini, il momento decisivo per le scelte governative degli ultimi anni è stata la famosa lettera della BCE dell'agosto 2011, quella che ha imposto direttive precise ai governi Monti, Letta e Renzi. Centrale è stata allora la riforma Pensioni Fornero che avrebbe aperto, secondo Landini, la strada anche al Jobs Act e alla riforma del mercato del lavoro. Sul tema di una riforma pensioni 2015 lo scontro tra Landini e i rappresentanti del governo Renzi è stato molto duro: da un lato, il deputato Speranza ha sottolineato come il leader della FIOM rappresenti la classica sinistra radicale incapace di pensare il cambiamento, mentre Andrea Marcucci ha sottolineato come Landini debba aver dimenticato le storture del sistema previdenziale italiano che permetteva di andare in pensione anche a quarant'anni.

Maurizio Landini è convinto che sulle pensioni si giochi il futuro del paese. Una vera riforma pensioni permetterebbe, infatti, il turnover generazionale e risolverebbe una situazione di povertà diffusa e generalizzata che colpisce soprattutto i giovani disoccupati. La sua linea non è differente da quella di tanti dissidenti del PD, ma il problema è di carattere politico.

La difficoltà di azione del leader della FIOM è dovuta anche al fatto che si sperava in un coinvolgimento della minoranza dem che, però, al momento, sembra comunque seguire le direttive del partito e del governo Renzi.

Le proposte di Landini, allora, sembrano incentrarsi sulla necessità di pensare degli strumenti di cambiamento per la situazione esistente.

Le idee proposte sono essenzialmente due. La prima riguarda un ddl di iniziativa popolare per creare un nuovo statuto dei lavoratori: "Coalizione sociale" si impegnerebbe dunque in una raccolta firme e in una proposta coerente e concreta. La seconda riguarda la possibilità di costruire un percorso in vista dell'istituzione di un referendum abrogativo per il Jobs Act. Ed è su questi punti che si consuma lo scontro con la Camusso. Landini ritiene di aver messo con le spalle al muro la CGIL, le proposte non sono lontane da alcune paventate dalla stessa direzione della CGIL, e dunque si tratta di capire quale potrà essere l'impegno reale del più grande sindacato italiano.

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