Sulla riforma pensioni Fornero non serve solo qualche modifica ma un intervento strutturale e per questo va "aperto un confronto con il governo al più presto". Lo ha dichiarato il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, sottolineando che il sindacato rosso, insieme alla Uil e alla Cisl, hanno già formulato una piattaforma per la riforma Pensioni 2015 che non si limita a dei ritocchi della legge previdenziale del Governo Monti ma ne "rimette in discussione l'intera struttura" alla luce degli effetti disastrosi sul piano sociale, come del resto continua a ribadire il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti che, incalzato anche dal suo partito, nonostante gli annunci e le promesse sulla pensione anticipata continua a rinviare l'apertura del tavolo di confronto sulle modifiche alla legge Fornero.

Riforma pensioni, Cgil: 'Non bastano ritocchini alla Fornero ma interventi strutturali'

"Il tema va affrontato, è di emergenza sociale", ha ribadito Lamonica ricordando l'espressione usata da Poletti per definire la situazione degli esodati rimasti senza lavoro e senza pensione e che ancora si attendono una soluzione definitiva e non più salvaguardie parziali. "E' arrivata l'ora di intervenire", ha affermato la dirigente confederale sottolineando che "non basta qualche ritocchino". Secondo la Cgil diretta dal segretario generale Susanna Camusso, che ha già annunciato nuove forme di protesta sulla scia dello sciopero generale indetto lo scorso dicembre insieme alla Uil di Carmelo Barbagallo, "la questione esodati non è chiusa", anzi "ci saranno tanti nuovi esodati".

Il sindacato rosso, così come le altre confederazioni, insiste per una riforma pensioni che preveda l'introduzione di nuove forme di pensione anticipata. "Bisogna allentare la rigidità della legge Fornero", ha sottolineato Lamonica spiegando che la riforma previdenziale del 2011, approvata allora dalla maggioranza delle larghe intese nel quasi silenzio totale delle confederazioni sindacali, "crea un blocco anche nel mercato del lavoro" e quindi non offre nuove opportunità di occupazione ai giovani.

I sindacati, che dopo aver elaborato la piattaforma unitaria hanno scritto al ministro Poletti per sollecitargli un incontro, sono convinti che "bisogna partire dalla necessità di garantire flessibilità in uscita accorciando l'età lavorativa". Le stesse parole, a dire il vero, che usa Poletti ogni volta che parla di riforma pensioni; ma l'esecutivo, aldilà degli annunci e dei buoni propositi, deve per forza di cosa fare i conti con il bilancio, e certo un compito per niente facile smantellare la riforma Fornero considerato che rappresenta una garanzia per la sostenibilità del debito pubblico italiano prevedendo un risparmio di 80 miliardi di euro sino al 2020.

Ma il Governo Renzi è assediato non solo dalle opposizioni.

Sindacati, minoranza Pd, Nuovo centrodestra di Angelino Alfano e anche il presidente Inps Tito Boeri insistono per rottamare pressoché completamente la legge Fornero, a difenderla, nella maggioranza, è rimasta solo Scelta Civica. "Grazie #Fornero!" ha tweettato ieri il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova replicando ai sindacati e al leader della Lega Matteo Salvini che ieri è tornato ad attaccare l'ex ministro del Lavoro. Mentre Della Vedova ringrazia Elsa Fornero su Twitter "anche per sua riforma #pensioni spread sotto 100 e pil riparte. Cancellarla - secondo l'esponente del Governo Renzi - demagogia contro interesse Italia".