Mille euro mensili per 14 mesi indipendentemente dal reddito percepito durante l'attività lavorativa. Sarebbe questa, in estrema sintesi, la "rivoluzionaria" riforma Pensioni contenuta nel programma economico della Lega Nord di Matteo Salvini che prevede anche la Flax tax. Ma il primo obiettivo resta quello di cancellare la legge Fornero. Il leader leghista ieri ha annunciato che la Lega tornerà in piazza per chiedere di abolire la legge Fornero dopo il no al referendum abrogativo da parte della Consulta, decisione contro la quale Salvini ha annunciato un ricorso alla Corte di giustizia europea.

Intanto, questa settimana, "bloccheremo i lavori a Camera e Senato, anche in commissione, finché all'ordine del giorno - ha spiegato ieri Salvini ai microfoni di Sky - non ci sarà il superamento della legge Fornero".

Salvini: stop alla legge Fornero

A mettere a punto insieme al leader leghista la riforma previdenziale del Carroccio, è Armando Siri, leader del partito di Italia Nuova, il teorizzatore della Flat tax, la tassazione ad aliquota unica al 15%, che oggi in un'intervista pubblicata sul quotidiano Il Tempo spiega i punti principali del nuovo sistema pensionistico immaginato dalla Lega Nord. "Il principio - ha spiegato a Il Tempo Armando Siri - è lo stesso dalla Flax tax, tutti percepiranno la stessa pensione indipendentemente dal reddito.

Resta però fermo - ha sottolineato - il principio di progressività, il differenziale della ricchezza salvaguardato durante la carriera lavorativa".

Riforma pensioni come Flax tax

La riforma pensioni leghista prevede sostanzialmente per i lavoratori dipendenti una pensione di quattordici mensilità d'importo variabile in basa all'anzianità contributiva.

La riforma verrebbe applicata a tutti i lavoratori a prescindere dall'età, senza alcun vincolo anagrafico, una sorta di flessibilità in uscita per la pensione anticipata. A fare testo saranno il numero di anni e l'entità di contributi previdenziali effettivamente versati. Tra le proposte anche interventi sulle pensioni di vecchiaia e le pensioni sociale.

Ecco uno schema con le proposte della Lega per la riforma pensioni.

Dipendenti, giù il costo del lavoro

Per ogni lavoratore dipendente, indipendentemente dal reddito percepito, il datore di lavoro dovrà versare 5.000 euro annui, mentre a carico dei dipendenti rimarrà soltanto il 10% (attualmente è al 9,9%). Nel caso di contributi annui superiori a 5.000 da parte dei datori di lavoro l'Inps verserà una somma una tantum per recuperare la differenza.

Autonomi, versano meno contributi

Versando 5.000 euro all'anno per 40 anni si avrà diritto a un assegno di 1.000 euro al mese. Se invece saranno versati 3.500 euro per 40 anni la pensione sarà di 600 euro al mese; se la stessa cifra sarà versata solo per 35 anni l'assegno previdenziale scenderà a 500 euro al mese.

Poco più delle pensioni minime di oggi.

Pensione di vecchiaia e sociale

Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia e la pensione sociale verranno finanziate versando il 10% del risparmio ad un fondo ad hoc, come del resto avviene già oggi. In questo caso gli assegni previdenziali saranno di 700 euro al mese.