Vede un po' troppa confusione sulle proposte di riforma Pensioni il presidente della commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati, Cesare Damiano, della minoranza del Pd, che la scorsa settimana ha fatto ripartire l'esame del ddl sulla pensione anticipata a 62 anni, più altri dieci proposte di legge, dando senza dubbio un nuovo impulso al dibattito sulla questione previdenziale e in particolar modo sulle modifiche alla legge Fornero. Una legge che non è assolutamente facile modificare come ha ribadito oggi il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che, dopo avere riacceso gli entusiasmi, ha spiegato oggi a Firenze che l'esecutivo non ha intenzione di "suscitare facili aspettative, anche perché - ha spiegato l'esponente del Governo Renzi - esiste un problema di sostenibilità del debito pubblico".

Pensioni, Damiano e Boeri e Poletti: approfondire dati prima della riforma

"Se il ministro del lavoro Poletti e il presidente dell'Inps Boeri intendono riformare il sistema pensionistico nel segno dell'equità - ha detto oggi Damiano a margine dell'incontro dal titolo "Pensioni e dintorni" promosso oggi a Torino dai sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil - prima di pensare ad una tosatura indifferenziata di coloro che sono andati in pensione con il calcolo retributivo, sarebbe opportuno - ha sottolineato l'ex sindacalista - approfondire alcuni dati del risultato d'esercizio del 2013, in particolare i dati relativi al passivo di bilancio". Damiano chiede di esaminare in particolare "le cifre più positive e negative dei fondi dei lavoratori dipendenti, autonomi e parasubordinati" da cui emerge che "nel 2013 il fondo dei lavoratori parasubordinati - ha spiegato il presidente della commissione Lavoro - registra un attivo di 8 miliardi e 600 milioni di euro".

Il fondo dei "lavoratori dipendenti - ha aggiunto il deputato della minoranza dem - registra un attivo di 4 miliardi e 474 milioni, mentre quello degli artigiani - ha proseguito Damiano - un passivo di 6 miliardi e 486 milioni". Per quanto riguarda "i dirigenti d'azienda il passivo è di 3 miliardi e 812 milioni". Secondo l'ex ministro del Lavoro del Governo Prodi, che non condivide di fatto la proposta di tagli lineari sulle pensioni alte così come ipotizzati da Boeri, "forse bisognerebbe partire da queste cifre - ha detto oggi a Torino - per vedere quali debbono essere i rimedi e per non correre il rischio - ha sottolineato -di spremere ancora una volta i soliti noti".

Tagli a pensioni d'oro e flessibilità, proposta di Italia dei Valori

Sulle modifiche necessarie alla legge Fornero è intervenuto oggi anche il leader di Italia dei Valori Ignazio Messina secondo il quale "occorre una risposta di riforma totale" perché "i danni di questa riforma danneggiano sia gli esodati, sia coloro che ad una pensione non ci arriveranno mai, le partite iva e i giovani". Messina ha ricordato che Italia dei Valori ha già presentato nei mesi scorsi una "propria riforma strutturata partendo anche - ha spiegato il segretario di Idv che ha chiesto un incontro a Poletti - da un giusto equilibrio di bilancio che può essere trovato con una radicale riduzione delle pensioni d'oro e dei vitalizi".