Sembra ormai destinata a finire sul tavolo del tribunale la difficile situazione delle lavoratrici che si sono viste precludere il pensionamento anticipato con l'opzione donna. La vicenda ha avuto inizio nell'ultima parte dello scorso anno, quando l'Inps (attraverso delle apposite circolari) ha dato per definitivamente conclusa la possibilità di ottenere la quiescenza anticipata con 35 anni di versamenti e almeno 57 anni di età (che diventano 58 anni nel caso delle lavoratrici autonome). Ne è seguita una diatriba che ha visto l'istituto di previdenza pubblico retrocedere parzialmente sui propri passi, tornando a protocollare le domande ma relegandole ad una sorta di limbo, ovvero senza approvarne l'esito in modo positivo.

Stante la situazione, le lavoratrici non si sono perse d'animo e molte di loro hanno deciso di percorrere la via del ricorso legale. Entro la fine del corrente mese gli avvocati che hanno ottenuto il mandato dal Comitato opzione donna effettueranno il deposito della domanda di class action presso il TAR del Lazio; a quel punto, ci si attende una convocazione in tribunale già per il prossimo mese di giugno. La speranza delle lavoratrici è di vedersi riconoscere le proprie ragioni e di ottenere l'agognato pensionamento, seppure con una riduzione della mensilità erogata a causa del ricalcolo contributivo del montante accumulato.

Riforma pensioni 2015: il Parlamento torna a discutere delle modifiche alla gestione separata Inps

"Sussistono ancora troppe differenze tra le tutele previste per i lavoratori dipendenti e quelle per i lavoratori autonomi, nonostante vi sia stato qualche miglioramento negli ultimi anni": sono le parole pronunciate dall'Onorevole Gnecchi della Camera dei Deputati, tornata nelle scorse ore a confrontarsi con il problema della gestione separata Inps.

La Parlamentare vorrebbe modificare le attuali aliquote previste da questa particolare gestione previdenziale, per equipararle a quelle pagate dai lavoratori artigiani o commercianti; oltre a ciò, vi sarebbe da intervenire anche nelle tutele di welfare, ad esempio per quanto riguarda i casi di malattia o maternità.

Questi intenti sono stati discussi all'interno della Commissione lavoro e hanno finalmente preso forma attraverso delle risoluzioni che verranno votate dall'assemblea parlamentare e che sono state firmate non solo da una parte del partito democratico, ma anche da alcune forze di minoranza, come il Movimento 5 stelle e la Lega Nord.

Tra i passi concreti per andare incontro alle esigenze dei lavoratori, quello più atteso riguarda il già citato allineamento delle aliquote contributive nella gestione separata, che la commissione vorrebbe abbassare fino alla soglia del 24% (ovvero la percentuale attualmente trattenuta nelle buste paga dei lavoratori dipendenti).

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