La riforma della Buona Scuola continua a subire rinvii e naturalmente cresce l'apprensione di chi è in attesa da tempo di risposte importanti: seppur il pessimismo prevalga all'interno delle varie categorie (insegnanti di ruolo, personale Ata, docenti precari, etc...), ci si chiede anche quali siano le ragioni di tale procrastinare del governo Renzi. L'aspetto della copertura finanziaria è sicuramente quello più importante ed è proprio per questo motivo che l'esecutivo si sta prendendo più tempo del dovuto: inoltre, il fatto che la riforma della 'Buona Scuola' 2015, inizialmente, doveva assumere i contorni del decreto legge e che, invece, ora, stando alle ultime indiscrezioni, prenderà semplicemente la forma di un ddl, ovvero di un disegno di legge, è un sintomo evidente che le idee non siano ancora chiare, in seno al governo. 

Dovremo saperne di più, martedì 10 marzo, data del prossimo Consiglio dei Ministri che dovrà definire finalmente le linee di riforma della scuola 2015, ma usare il condizionale è quanto mai d'obbligo: dal 27 febbraio si è passati al 3 marzo e poi ancora un rinvio a martedì 10.

Cosa ci potrebbe essere dietro a tutti questi rinvii? 

Riforma Buona Scuola governo Renzi: perchè procrastinare? C'è un giallo dietro ai continui rinvii?

Le voci di corridoio parlano di un piccolo 'giallo' dietro a questi ritardi del governo Renzi sulla riforma della Scuola 2015. Manco a dirlo il giallo riguarderebbe proprio il capitolo legato al maxi piano di assunzioni. Secondo le stime del governo, infatti, il Fondo 'Buona Scuola' che prevede lo stanziamento di 1 miliardo nel 2015 e di 3 miliardi a partire dal 2016 a regime (secondo quanto previsto dalla legge di Stabilità) dovrà essere garantito (e quindi coperto) dai 'soliti' tagli e risparmi riguardanti la spesa pubblica. Le coperture, però, si dovranno trovare entro la fine di quest'anno, altrimenti i piani rischiano di fare la fine delle bolle di sapone. 


Questa considerazione non farebbe altro che giustificare la scelta, da parte dell'esecutivo di affidarsi ad un ddl piuttosto che optare per il dl (come invece si era deciso all'inizio, forse un po' pretenziosamente): infatti, in caso di decreto legge, le coperture devono essere indicate obbligatoriamente, ma soprattutto devono 'esistere' ed essere immediatamente disponibili. Questa potrebbe essere una delle ragioni dei continui rinvii, unitamente al fatto, non dimentichiamocelo, che, oltre al discorso assunzioni, tutto il 'pacchetto fiscale' inserito nella prossima riforma (school bonus, cinque per mille, nonchè le agevolazioni per le scuole paritarie, volute dal segretario Gabriele Toccafondi) implica un ulteriore discorso di carattere finanziario. E la scuola italiana continua ad aspettare.