La riforma Pensioni sarà completamente basata, ormai quasi sicuramente, sull'introduzione dei sistemi quota 100 o quota 97, nuovi requisiti basati sull'età anagrafica e gli anni di contributi versati dal lavoratore per poter accedere al pensionamento. Scopriamo tutto quello che c'è da sapere in sintesi.
La quota 97 e la quota 100 in sintesi
L'Italia si prepara ad abbandonare la riforma Fornero, nonostante questa sia stata attuata come un provvedimento più che necessario per affrontare la crisi economica durante il governo Monti. Le problematiche ad essa connesse sono troppe, il sistema creato non è adeguato all'attuale situazione del nostro paese, soprattutto se si guarda al mondo del lavoro.
La prossima riforma delle pensioni introdurrà numerose novità, questa è ormai cosa certa, ed è possibile affermare che sarà incentrata sulla quota 97 o sulla quota 100, entrambe proposte dall'ex ministro del lavoro Cesare Damiano. Ma cosa cambia per il lavoratore?
Secondo la quota 100, per accedere al pensionamento il lavoratore deve raggiungere il valore 100 sommando l'età anagrafica e gli anni di contributi versati rifacendosi a delle specifiche combinazioni tra questi due fattori. Il requisito soglia è dato dalla somma tra 62 anni di età e 38 anni di contributi per passare poi ad altre possibili combinazioni come 63 anni di età e 37 anni di contributi, 64 anni e 36 anni di contributi, 65 anni e 35 anni di contributi.
Non è prevista alcuna penalizzazione dell'assegno pensionistico se si accende al pensionamento dopo aver maturato questi requisiti.
La quota 97, nata dalla discussione circa la questione pensione anticipata, stabilisce invece che il lavoratore può andare in pensione all'età di 62 anni dopo aver versato 35 anni di contributi (sommando i due fattori si ottiene il valore 97), ma prevede in questo caso una penalizzazione dell'8% sull'importo dell'assegno pensionistico (possibili anche altre combinazioni), una penalizzazione che diminuisce del 2% annuo fino al completo azzeramento dopo quattro anni. Le proposte descritte sono contenute rispettivamente nei ddl 2945 e 857 messi a punto proprio da Cesare Damiano per introdurre una valida alternativa alle misure della riforma Fornero.