I docenti precari della Scuola hanno visto sfumarel'ipotesi spacchettamento assunzioni che Sel e M5S avevano chiesto in VII Commissione e ora tutta l'attenzione si sposta sugli emendamenti al Ddl ai quali hanno lavorato in diversi. Il termine ultimo per la presentazione degli stessi è stato fissato per sabato 18 aprile, giornata nella quale si svolgerà un altro sciopero nelle scuole italiane perché non c'è fiducia da parte della categoria di accoglimento delle loro istanze. I docenti precari sono allarmati per il proprio futuro e sfruttano tutti i mezzi di comunicazione per far conoscere all'opinione pubblica quale stravolgimento si stia preparando sul comparto scuola.

Alle 17.00 di ieri una Adnkronos/Labitalia raccoglieva il grido di protesta degli insegnanti come riportato nel dettaglio qui di seguito.

Un piano di riforma iniquo

Nel lancio di agenzia viene descritto lo stato di agitazione e di ansia nel quale versa l'intero personale scolastico, insegnanti di ruolo e precari delle graduatorie, causati da quella che loro stessi definiscono come una beffa di un piano di riforma considerato ingiusto, anti democratico e fondamentalmente incostituzionale. Il tutto viene descritto in una lettera indirizzata a tutte le parti giuridiche, economiche e sociali, passando per tutti gli organi di informazione nazionale e locale, rappresentanti del mondo della cultura e dello Stato.

Gli stessi si sono raggruppati sotto un gruppo facebook chiamato Manifesto Nazionale Docenti Precari nel quale auspicano possa confluire il maggior numero possibile di colleghi per dare forza e consistenza ad una vera controriforma democratica in opposizione al delirio 'renziano'.

I precari non ci stanno

Decenni passati a mettere mano sulla riforma, senza un disegno completo a 360° e senza una costanza di programmazione in grado di risolvere tutti i problemi strutturali della scuola, hanno soltanto prodotto macerie.

Riforme caotiche, farraginose e complesse hanno lasciato nel limbo della precarietà centinaia di migliaia di docenti ai quali veniva di fatto negata la stabilizzazione. Ed ora, accolto da sorrisi di convenienza amplificati da abili strategie della comunicazione, si vuole cancellare il diritto sancito dalla Costituzione, quella stessa violata da uno Stato che per oltre 10 anni non ha bandito concorsi, annunciando proditoriamente all'Europa intera di eliminare il precariato. Per questo i precari si ribellano, dicono no e chiamano alla mobilitazione di massa tutta la categoria, estendendo l'invito ai colleghi di ruolo e a tutto il personale ATA.