"L'interesse dei pensionati e in particolar modo di quelli titolari di trattamenti previdenziali modesti è teso alla conservazione del potere di acquisto". Con queste parole la Corte Costituzionale ha motivato la propria sentenza di oggi, che esprime parere negativo sul blocco delle rivalutazioni riguardanti le mensilità previdenziali superiori alla cifra di 1500,00 €. Tra le motivazioni che hanno spinto al semaforo rosso vi sarebbe la mancanza di motivazioni dettagliate e specifiche offerte ai pensionati, visto che la legge in questione ha fatto riferimento a semplici esigenze di bilancio.

Ma la questione di fondo resta il diritto dei pensionati a conservare il proprio potere di acquisto, tanto che secondo la Consulta la decisione dell'esecutivo in carica nel 2011 sarebbe da considerarsi "irragionevole". La sentenza dovrà pertanto mettere in moto adeguati correttivi alla penalizzazione prevista dalla legge Salva Italia che è stata varata nel 2011.

L'ex Ministro Fornero in merito alla questione ribadisce responsabilità del Governo Monti

Non sono mancate le prime dichiarazioni a caldo, appena si è diffusa la notizia. A proposito della vicenda, l'ex Ministro del lavoro Elsa Fornero spiega che la scelta di bloccare le rivalutazioni dei pensionati "non fu mia, ma di tutto il Governo", specificando anche di essere "rimproverata per molte cose, ma quella non fu una scelta mia, fu la cosa che mi costò di più".

Stante la situazione, la cosa sicura al momento è che i risparmi ottenuti tramite quel tipo di meccanismo penalizzante sulle pensioni sono da considerarsi incostituzionali. Si fa riferimento, in particolar modo, agli articoli trentasei e trentotto della Costituzione, riguardanti il concetto della proporzionalità nell'erogazione delle Pensioni.

Blocco delle rivalutazioni e sentenza n. 70 della Corte Costituzionale: le conseguenze per i conti Inps

Nel frattempo l'Avvocatura di Stato e l'Inps hanno già effettuato le prime proiezioni sul costo che il bilancio pubblico dovrà sostenere per ripristinare il diritto mancato: per l'anno 2012 si prevede che il costo complessivo ammonterà a circa due miliardi, che diventano tre nel 2013.

Il totale complessivo delle nuove risorse da mettere a disposizione dei pensionati dovrà quindi ammontare a circa 5 miliardi di euro. Spetterà quindi all'esecutivo rimettere mano ai conti e reperire le risorse finanziarie necessarie per correggere la situazione. E voi, cosa pensate della decisione presa dalla Corte Costituzionale? Come sempre, restiamo a disposizione nel caso desideriate condividere le vostre opinioni con gli altri lettori tramite la funzione commenti del sito. Se invece desiderate ricevere i prossimi aggiornamenti riguardanti la previdenza, vi ricordiamo di cliccare sul comodo pulsante "segui" che vedete in alto, sopra al titolo dell'articolo.