Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi si prepara ad affrontare il duro scoglio di martedì prossimo rappresentato dallo sciopero nazionale della scuola: nei giorni scorsi, il premier ha dapprima ridicolizzato la protesta degli insegnanti e del personale Ata, trovando assurdo organizzare un'agitazione di così vaste proporzioni come risposta ad un piano di assunzioni di oltre 100.000 docenti. Con l'avvicinarsi del 'grande giorno', però, sembra che Renzi si sia reso conto non solo della 'pericolosità' di uno sciopero che rischia di frantumare qualsiasi record in termini di partecipazione, ma anche della perdita, in termini di consensi elettorali, a cui andrà incontro la sua figura di segretario politico del Partito Democratico. 

Sulla scuola, il governo Renzi sta facendo meglio dei precedenti

A poche ore di distanza dalla manifestazione nazionale del comparto Scuola, il premier ha cercato di buttare acqua sul fuoco delle polemiche divampate soprattutto negli ambienti social. Renzi ha definito 'comprensibili' le critiche rivoltegli dai docenti, soprattutto se si considera come la Politica abbia lasciato indietro il mondo dell'istruzione per troppi anni. Il presidente del Consiglio, però, ci tiene orgogliosamente a ribadire che il suo Governo è quello che ha investito di più di tutti gli altri nel campo dell'edilizia scolastica, che metterà a disposizione 500 euro annue per ogni docente affinchè possano servire alla formazione culturale, che assumerà più di 100.000 precari eccetera, eccetera, continuando col rimarcare i principi salutistici de 'La Buona Scuola'.

No ai presidi-sceriffo ma nemmeno ai passacarte

Questa sarebbe la Scuola in stile 'Mulino Bianco' immaginata da Matteo Renzi. I docenti, al contrario, temono che la 'Scuola' possa trasformarsi in stile 'Shining' (dal celebre film con protagonista l'insegnante disoccupato che diventerà 'pazzo' alias Jack Nicholson): il nodo cruciale sono i super poteri dei presidi e Renzi sa bene come i docenti abbiano mal digerito questo aspetto riguardante la cosiddetta autonomia scolastica. Il Premier ha voluto rassicurare gli insegnanti, affermando che i dirigenti scolastici non diventeranno degli 'sceriffi': d'altra parte, però, non si può nemmeno pretendere che assumano il ruolo di 'passacarte di circolari ministeriali'... 

Contestare si, ma basta slogan: nessun decreto, nessuna fretta

Infine, Renzi ha ribadito la propria 'apertura' per ciò che riguarda l'organizzazione dei nuovi organi collegiali e, di conseguenza, si dichiara disposto a discutere la fase di valutazione degli insegnanti. D'altro canto, però, la scuola è preziosa, dice Renzi, e non va lasciata in balìa di slogan e di ideologie, pur riconoscendo il diritto di contestazione. La sensazione è che il premier abbia deciso di frenare per quanto riguarda i tempi di entrata in vigore della nuova riforma e di ponderare meglio ciò che sarà contenuto nel disegno di legge sulla scuola. Prova ne è che il Premier abbia dichiarato che non ci sarà alcun decreto legge sulla scuola e che non verranno impiegati altrettanti strumenti d'urgenza.