La questione pensione anticipata è sicuramente una delle più importanti da affrontare in una possibile riforma Pensioni, un punto chiave per la realizzazione di un nuovo sistema pensionistico adeguato alla situazione attuale italiana. Scopriamo nel dettaglio quali sono le proposte e cosa potrebbe cambiare con una possibile riforma.

Pensione anticipata: proposte e cosa potrebbe cambiare per i lavoratori

Sicuramente tutti i lavoratori sanno che attualmente per poter accedere alla pensione anticipata, al di là dell'età anagrafica, sono necessari 42 anni e 6 mesi di contributi versati per gli uomini, 41 anni e 6 mesi di contributi per le donne.

Ricordo che questi requisiti sono destinati a cambiare nel corso dei prossimi anni a causa dell'adeguamento alle aspettative di vita. Altra possibile via per il pensionamento anticipato è aver compiuto 63 anni di età e avere almeno 20 di contributi versati. Come ho già anticipato, la questione pensione anticipata è sicuramente una delle più importanti da affrontare per la creazione di un nuovo sistema pensionistico, ma anche una delle più difficili da risolvere: bisogna trovare un compromesso tra flessibilità e autonomia guardando sempre con attenzione ai possibili costi per lo Stato, un'operazione sicuramente non semplice. Al momento si discute ancora, le proposte sono numerose e devono essere contestualizzate nell'ambito della'intera riforma pensioni per poterne analizzare con attenzione tutti gli elementi.

In ogni caso, volevo soffermarsi solo su quanto si è detto finora circa la questione pensione anticipata, ecco come potrebbero cambiare i requisiti.

La prima possibile modifica arriva con la proposta quota 100: il lavoratore può decidere di andare in pensione con almeno 38 anni di contributi versati e 62 anni di età senza incappare in alcuna penalizzazione dell'assegno pensionistico (a seconda delle combinazioni potrebbe essere possibile andare in pensione anche a 65 anni di età con 35 anni di contributi versati).

La proposta quota 97 prevede invece la possibilità di andare in pensione con un minimo di 62 anni di età e 35 anni di contributi versati con una penalizzazione pari all'8% dell'assegno pensionistico (la penalizzazione si riduce del 2% annuo fino al suo azzeramento). Per finire, bisogna considerare la proposta quota 41, la più apprezzata dai lavoratori precoci: è possibile accedere al pensionamento indipendentemente dall'età anagrafica dopo aver versato 41 anni di contributi.

Questi sono attualmente i possibili scenari: per il momento si tratta solo di proposte che saranno discusse e potrebbero subire cambiamenti o essere scartate totalmente, quindi tutto potrebbe cambiare.