La protesta e la mobilitazione contro la riforma renziana continua, anzi un nuovo fronte si apre sul versante precariato. Come se non bastassero le polemiche e le conseguenti minacce di scioperi e blocchi degli scrutini per il mancato accoglimento delle richieste sindacali per sanare il problema precariato, si apre oggi un nuovo fronte che certamente non sarà esente da ricorsi e contro ricorsi sempre da parte di chiede giustizia e stabilizzazione da anni. Difatti il Miur dà disposizioni assai controverse agli Uffici Scolastici regionali circa le richieste di inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento dei docenti precari in possesso del diploma magistrale ante 2001/02.
Per gli avvocati dello Stato chi non ha fatto ricorso contro l'esclusione, non ha diritto all'inserimento nelle graduatorie stesse.
Ecco l'antefatto che porta all'esclusione dalle graduatorie ad esaurimento di una maggioranza di diplomati magistrale ante 2001/2002
Ricordiamo che il Consiglio di Stato con sentenza del mese di aprile 2015 aveva accolto il ricorso dei diplomati magistrale ante 2001/2002 per il riconoscimento del loro titolo come abilitante all'insegnamento. Dopo la sentenza a loro favore sempre i ricorrenti avevano fatto richiesta agli uffici territoriali d'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, ma si vedevano respinta la domanda. Altro ricorso, altra vittoria.
La decisione del Ministero crea differenze e discriminazioni tra i diplomati magistrale 2001/2002
Adesso il Miur riconosce la validità del titolo ma solo per chi aveva fatto ricorso contro l'esclusione dalla graduatoria ad esaurimento decisa dagli Uffici territoriali. L'Ufficio legale del ministero si pronuncia contro chi non ha impugnato la sentenza del Tar in quanto ritiene che "quest'ultima deve ritenersi passata in giudicato".
Il provvedimento di inserimento nella prima fascia chiarisce il ministero, deve essere adottato esclusivamente per i ricorrenti. Il Miur con tale indicazione discrimina tra chi ha fatto ricorso e chi no, pur avendo lo stesso titolo e trovandosi nella stessa posizione giuridica. Se le pensioni non fanno dormire sonni tranquilli, al governo del premier Renzi anche la Scuola con le sue problematiche e questioni irrisolte non è da meno, almeno in questo periodo.
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