L'allarme sull'incostituzionalità del DDL Scuola 2015 viene lanciata ieri sera attraverso un comunicato stampa di Unicobas diffuso in anteprima dal sito Ecolibero. Il segretario Nazionale, Stefano d'Errico riassume in 6 punti i motivi per cui la riforma scolastica pensata dal Renzi e dai suoi collaboratori va contro la Costituzione. Poi invita i sindacati a reagire. In questo articolo ve li vogliamo riassumere brevemente e ci piacerebbe poi conoscere anche la vostra opinione al riguardo nei commenti all'articolo.

Perché il DDL scuola 2015 è anticostituzionale

Il DDL 2994, conosciuto con la semplice denominazione di DDL scuola, presenta questi elementi che non si accordano con quanto stabilito dalla Costituzione italiana:

1. Disparità tra docenti e il resto del pubblico impiego, dove tutti hanno diritto ad avere un posto fisso, mentre i docenti (quando le cose vanno bene) avrebbero al massimo diritto ad un contratto triennale rinnovabile.

2. Il ruolo di docente non potrebbe essere valutato da genitori ed alunni, in quanto questi non hanno le competenze necessarie per farlo. Entrerebbero in gioco conflitti di interesse. Lo stesso discorso è valido per il POF, la cui competenza spetta al Collegio dei Docenti e non al Consiglio d'Istituto.



3. L'insegnante è un lavoratore non subordinato, in virtù della libertà d'insegnamento stabilita dalla Costituzione. Con la riforma sarebbe soggetto al ricatto di dirigenti, famiglie e studenti, che poi dovrà valutarlo e premiarlo in base ai propri gusti.

4. I Decreti Delegati stabiliscono che le norme relative alla scuola, siano sottoposte al parere del CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione), mentre il ddl in questione lo esclude.



5. L'articolo 97 della Costituzione stabilisce che 'nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante pubblico concorso', al fine di garantire l'imparzialità nelle assunzioni. Ma con la possibilità di assumere anche docenti non abilitati nei ruoli specifici, questo verrà a mancare.

6. La Costituzione prevede di non confondere la scuola statale con quelle paritarie, per cui il contributo annuo di 460 milioni di euro a queste strutture, più altri 250 milioni di euro di contributi regionali e comunali, sono vergognosi. In queste scuole si pagano già rette salatissime.

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