Un vero e proprio attacco web alla pagina Facebook del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è stato organizzato ed eccellentemente portato a termine dai docenti per protestare contro il disegno di legge di riforma della Scuola. Il tutto è iniziato alle 22 di ieri, domenica 10 maggio 2015 con un semplice messaggio che ciascun docente ha scritto come commento ai post di Renzi.

Il messaggio in questione, un ultimatum democraticamente pericoloso per i voti del Partito Democratico in vista delle elezioni di fine maggio è, in realtà, l'ultima di una serie di iniziative che i docenti sono riusciti a organizzare in pochissimo tempo.

"Non voteremo più Pd perché indignati dal disegno di legge 'La Buona scuola'" è la frase spam che nel giro di pochi minuti ha riempito i commenti dei post di Matteo Renzi.

Proprio il Premier aveva organizzato la sua pagina Facebook come una tranquilla domenica di ottimi risultati da condividere con i propri fan. L'incontro con Raul Castro, presidente di Cuba, ricevuto a Palazzo Chigi, testimoniato dalle foto dell'incontro; gli auguri a tutte le mamme per la loro festa, un po' in ritardo, ma giusto in tempo per raccomandarsi di fare la mammografia; l'incontro con i due tennisti italiani, Fabio Fognini e Simone Bolelli che hanno vinto gli Australian Open qualche settimana fa.

Solito ottimismo, insomma, da spartire con gli internauti, rotto però dall'attacco dei prof. Un gruppo di protesta che nel giro di poche ore è riuscito a raggiungere la cifra di 30 mila iscritti e che, forse, il Premier ha un po' sottovalutato.

E tra quei trentamila iscritti è stato ritrovato anche il profilo del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. Tra stupore e molti interrogativi, ci si è chiesto cosa ci facesse il ministro in un gruppo che contesta proprio la sua creatura, il Ddl Buona scuola.

I prof contro la Buona scuola: si stanno raccogliendo le firme per il referendum abrogativo

In ogni modo, l'indirizzo della protesta dei docenti contro la Buona scuola è ormai chiaro: si punta al ritiro del Ddl Buona scuola. Lo strumento sarà la raccolta delle firme per il referendum abrogativo del disegno di legge. Con questi numeri e l'organizzazione impeccabile del prof, Renzi farà bene a preoccuparsi.