Pensioni incassate nel 2012 e nel 2013, il blocco della riforma Fornero è illegittimo: con la bocciatura della norma che ha bloccato per due anni la rivalutazione delle pensioni di importo superiore ai 1.217 euro netti (1.405 euro lordi, ovvero il trimo delle pensioni minime dell'Inps), la Corte Costituzionale è intervenuta sul decreto Salva Italia adottato dall'allora Governo Monti. Stabilendo che il comma 25 dell'articolo 24 del decreto legge numero 2011 del 2011 (conosciuto come la Legge Fornero), è illegittimo in quanto "reca pregiudizio al potere d'acquisto delle pensioni al di sopra di quella soglia".

L'aspetto più rilevante della pronuncia della Corte Costituzionale è che i pensionati dovranno incassare dall'Inps i due anni, il 2012 ed il 2013, di arretrati più il consequenziale adeguamento delle rivalutazioni delle pensioni per gli anni successivi. È stato già calcolato che la spesa per i conti pubblici si aggirerà intorno ai 5 miliardi di euro: problemi (almeno questi) non dei pensionati che rientrano tra gli interessati alla sentenza favorevole della Corte Costituzionale e che, quindi, potranno far valere il loro legittimo interesse affinché la propria pensione conservi il potere d'acquisto.

Pensioni Inps 2015, bocciato il blocco degli anni 2012 e 2013: cosa succede ora? Quali pensionati riguarderà la sentenza della Corte Costituzionale?

Cosa succederà ora? La norma sulla quale la Corte Costituzionale si è pronunciata per la incostituzionalità dovrà essere disapplicata. E, di conseguenza, ai pensionati verrà riconosciuta la rivalutazione per gli anni 2012 e 2013.

La perequazione, sulla base delle norme precedenti la Legge Fornero, viene calcolata sulle pensioni superiori alle pensioni minime dell'Inps con aumenti scaglionati in base all'entità della pensione stessa in tre modi:

  1. aumento del 100% per la pensione (o le pensioni nel caso in cui il contribuente è titolare di più trattamenti) il cui importo arrivi al massimo al triplo del minimo Inps;
  2. aumento del 90% per le pensioni tre le 3 e 5 volte l'importo minimo dell'Inps;
  3. aumento del 75% per le pensioni oltre le cinque volte il minimo stabilito dall'Inps.

Solo i titolari delle pensioni del secondo e del terzo scaglione sono interessati alla sentenza della Corte Costituzionale (cioè i pensionati che, a dicembre 2011, avevano una pensione che superava i 1.441,59 euro lordi corrispondenti al triplo del minimo con aggiunta la soglia di garanzia) e potranno veder riconosciuti sia il rimborso e la rivalutazione delle rivalutazioni per le pensioni percepite negli anni 2014 e 2015.