Torna a farsi strada l'ipotesi staffetta generazionale nell'impiego pubblico con l'opzione part time per i dipendenti prossimi alla pensione. In tal modo si assicurerebbe lo svecchiamento nei ranghi della Pubblica amministrazione. Se ne discuterà da domani, 28 aprile 2015 al Senato, alla ripresa dei lavori per la riforma della Pa attuata dal ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia. È l'edizione odierna de Il Messaggero a darne notizia riprendendo le dichiarazioni del ministro Madia che per prima aveva parlato di una possibile staffetta generazionale nelle audizioni in Parlamento dopo il suo insediamento.

Un anno fa circa, infatti, la Madia aveva avanzato l'ipotesi di una forma di prepensionamento, di anticipare, cioè, l'uscita dal mondo del lavoro dei dipendenti pubblici prossimi all'età per la pensione per permettere l'immissione nel mondo del lavoro delle fasce di lavoratori giovani.

Riforma pensioni Pa, l'uscita dal lavoro con la pensione anticipata e opzione part time: ecco la norma

Il progetto delineato nello scorso anno dalla Madia prevedeva l'uscita dal mondo del lavoro dei dipendenti pubblici vicini alla pensione con uno o con due anni di anticipo, permettendo alla Pa un'assunzione ogni tre prepensionamenti. Il progetto però si arenò di fronte alle resistenze della Ragioneria generale dello Stato, impensierita degli effetti sui conti del sistema previdenziale di questo sistema.

Attualmente, invece, una norma contenuta nella riforma della Pubblica amministrazione potrebbe incoraggiare una forma di mediazione tra ministero e tecnici del Tesoro.

L'emendamento, che porta la firma di Hans Berger, senatore del gruppo delle autonomie, contiene l'ipotesi di un ricambio generazionale tramite una particolare forma di prepensionamento, rappresentata dal part time.

Nello specifico, si lascerebbe facoltà alle amministrazioni pubbliche di favorire il ricambio generazionale tramite la riduzione "volontaria e non revocabile" dell'orario di lavoro e dello stipendio del personale prossimo alla pensione.

La controindicazione al provvedimento è rappresentata dalla contribuzione previdenziale volontaria a carico del lavoratore: ciò significa che la differenza dei contributi tra il tempo pieno ed il part time per percepire la pensione piena dovrà essere a carico dello stesso lavoratore.

Facendo un esempio, un dipendente pubblico prossimo alla pensione che percepisca una retribuzione netta di 2 mila euro al mese, oltre al dimezzamento dello stipendio per la scelta del part time, dovrebbe sostenere una spesa per i contributi volontari pari a 300-350 euro mensili.

Pensione anticipata lavoratori pubblici, tutte le cifre: scuola e sanità in primis

Attualmente i lavoratori del pubblico impiego sono 3 milioni e 200 mila, 1,4 milioni uomini e 1,8 donne. La Scuola è il settore con più dipendenti, più di un milione, seguito dal settore sanitario. I dipendenti della scuola guadagnano, però, meno degli altri settori: 29.400 euro annui contro una media di 34.505 euro. Il ricambio generazionale nella scuola potrebbe riguardare il 10,9% degli impiegati, circa 124 mila unità.