Il governo Renzi afferma che la rivalutazione della pensione sarà più generosa dal 1 gennaio 2017: almeno questo è quanto ha dichiarato uno dei ministri più importanti dell'esecutivo, ovvero Pier Carlo Padoan che è a capo del gabinetto economico. Cosa facciamo, la consideriamo una mossa elettorale in vista delle imminenti elezioni regionali? La questione è ovviamente legata a quella dei rimborsi ai pensionati decisi dal governo per rispettare la sentenza della Consulta sull'illegittimità del blocco della perequazione inserito nella Legge Fornero, ma comunque quanto riportiamo è da considerarsi "staccato" da quello che accadrà quest'anno e nel 2016, anche se è ovvio che le nuove tabelle per la rivalutazione della pensione che il governo Renzi promette di introdurre appunto dal 2017, migliorative rispetto a quelle in vigore elaborate dal precedente governo Letta, dovrebbero mettere la parola "fine" al tutto...

almeno così spera l'esecutivo, forse: è forte il dubbio che si tratti di una mossa da propaganda elettorale in vista delle imminenti elezioni regionali, per recuperare quanto perso a causa appunto delle critiche per quanto deciso dal governo su rivalutazione e rimborsi della pensione.

Lo schema di calcolo attualmente in vigore per la rivalutazione della pensione, ovvero l'adeguamento dell'assegno INPS all'aumento del costo della vita basato sull'andamento dell'inflazione calcolata dall'ISTAT, è stato introdotto nel 2013 dal governo Letta che ha ridotto la perequazione per le Pensioni più alte: per gli assegni tra tre e quattro volte il minimo INPS è del 95% del totale calcolato, per quelli tra quattro e cinque volte scende al 75%, per quelli tra cinque e sei scende ancora fino al 50%, per quelli oltre le sei volte scende al 45%.

Ricordiamo che la Legge Fornero varata dal governo Monti introdusse il blocco dell'adeguamento per gli anni 2012 e 2013 per le pensioni superiori al triplo della minima.

Questo sistema di calcolo della perequazione della pensione rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2016, poi secondo le parole del ministro Padoan, che non possiamo che prendere come praticamente ufficiali delle intenzioni del governo Renzi anche se ovviamente si dovrà attendere la conferma "legale", dal 2017 si tornerà ad uno schema uguale o simile a quello vigente fino al 2011, prima di tutto questo caos causato dalla Legge Fornero: se non ci saranno modifiche, la rivalutazione della pensione sarà piena per quelle fino al triplo del minimo INPS, si scende al 90% per quelle tra tre e cinque volte, al 75% per quelle oltre il quintuplo.

Cesare Damiano, tra gli esponenti del PD che più sta portando avanti una "battaglia" per una riforma delle pensioni più incisiva, ha già detto di non essere d'accordo con queste novità sulla rivalutazione della pensione, che poi sarebbe un ritorno al passato come abbiamo visto, perchè ritiene lo schema attuale più adeguato e più vicino ai rilievi della Corte Costituzionale, che ha bocciato il blocco proprio perchè non tutelava le fasce più deboli: secondo Damiano il sistema ora in vigore è meno dispendioso per le casse dello Stato ma è anche più equo e proporzionale rispetto alle fasce di reddito.