Mentre il governo apre il cantiere per la riforma Pensioni finalizzata a introdurre nuovi elementi di flessibilità in uscita per la pensione anticipata, esplode la polemica tra esecutivo e Consulta per la sentenza sul blocco degli adeguamenti degli assegni previdenziali al costo della vita che come risposta concreta ha avuto il decreto varato in Cdm adesso all'esame del Parlamento per la conversione in legge entro sessanta giorni. "Risposta efficace, ora irrobustire crescita", ha detto ieri il premier Matteo Renzi promettendo modifiche alla legge Fornero e nuove forme di prepensionamento per tutti in arrivo con la prossima legge di stabilità che sarà varata tra ottobre e novembre.

Diverse le ipotesi in discussione: si va dalla Quota 100 all'opzione contributivo donne per tutti, dalla pensione anticipata a 62 anni con 35 anni di contributi e l'8% di penalità oppure del prepensionamento con 41 anni di contributi pensionistici senza penalizzazioni.

Riforma pensioni, scontro tra Governo e Consulta su sentenza e decreto rimborsi

"Eravamo e siamo sereni", ha detto oggi, in un'intervista pubblicata sul quotidiano La Repubblica, il presidente della Corte Costituzionale Alessandro Criscuolo, facendo il punto della situazione dopo il verdetto che praticamente ritiene illegittimo lo stop all'indicizzazioni delle pensioni e prescrive di fatto il "rimborso" dei pensionati che sono stati penalizzati.

Rimborso dovuto, che il governo ha concesso solo in parte, e che il premier chiama bonus facendo infuriare sindacati e opposizioni. "La Corte Costituzionale - ha sottolineato il presidente - ha giudicato secondo coscienza e secondo le regole". A far esplodere la polemica tra esecutivo e Consulta sono state ieri le dichiarazioni del ministro dell'Economia e Finanze Pier Carlo Padoan dopo la firma, da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del decreto approvato la scorsa settimana dal consiglio dei ministri.

Padoan, dalle colonne dello stesso giornale diretto da Ezio Mauro, aveva contestato la mancanza di collaborazione tra il Palazzo della Consulta e Palazzo Chigi.

Previdenza, botta e risposta tra ministro Padoan e presidente Consulta Criscuolo

"La Consulta - ha detto il responsabile del Mef - non ha valutato il buco creato sulle pensioni".

I dubbi espresso da Padoan riguardavano in particolare il fatto che la Corte Costituzionale "sostiene di non dover fare valutazioni economiche - ha spiegato - sulle conseguenze dei suoi provvedimenti". Mentre "sarebbe stata opportuna - secondo il ministro dell'Economia - la massima condivisione dell'informazione". "Dare per scontata l'acquisizione dei dati prima di decidere sulle pensioni - ha evidenziato nell'intervista a Repubblica il presidente della Corte replicando a Padoan - mi sembra che non risponda all'attuale disciplina che regola il funzionamento della Consulta". Criscuolo ha spiegato che la Consulta agisce come un giudice e che dunque non ha la possibilità di attendere dati che ancora oggi "mi sembrano incerti".

Secondo il presidente della Consulta, infatti, ancora "non si sa", comunque non è per niente chiara, quale sia "l'entità del cosiddetto buco determinato dalla sentenza". Tornando a Padoan, Criscuolo spiega che il responsabile del Mef aveva la possibilità di trasmettere eventuali dati sul sistema pensionistico alla Corte Costituzionale in un'ottica di contradditorio ma la Consulta per la decisione non doveva certo attendere quei dati che comunque non sono mai arrivati.