Siamo allo scontro aperto sulla riforma Buona Scuola 2015 di Renzi, le novità al riguardo vedono - oltre alla valanga di critiche provenienti da docenti, alunni e altri elementi delle scuole pubbliche - anche dalle scuole paritarie. In un recente comunicato del presidente dell'ANINSEI, infatti, la riforma della Buona Scuola è stata duramente attaccata. A differenza di quanto si potrebbe credere, quindi, lo scontro infiamma anche dal lato delle scuole private. Eppure Renzi, con la classifica giustificazione del "si deve andare avanti", prosegue imperterrito per la sua strada.

Riforma della Scuola, non è 'Buona' nemmeno per le paritarie

I sacrifici imposti alle scuole pubbliche sono al centro di polemiche da anni, ma le ultime novità sulla riforma della Buona Scuola di Renzi non giugno solo dal lato dell'istruzione pubblica. Per la riforma 2015, infatti, parole molto dure sono state spese anche da Luigi Sepiacci, il presidente dell'Associazione Nazionale degli Istituti non Statali di Educazione e Istruzione, ovvero dell'ANINSEI. Il motivo? Se la riforma divenisse legge senza modifiche importanti le scuole paritarie rischierebbero di "scomparire" per l'impossibilità di arruolare insegnanti qualificati. Secondo Sepiacci porterebbe nelle scuole private "lo scarto degli insegnanti delle statali".

Le ultime novità sulla riforma della scuola relative all'assunzione dei precari, generano a propria volta preoccupazioni per Sepiacci, poiché le assunzioni porterebbero i precari a spostarsi generando vuoti d'organico nelle paritarie.

Critiche alla riforma della scuola 2015, quindi, da tutti i fronti: Sepiacci considera necessario il cambiamento del testo.

E intanto Rosa Maria Di Giorgi parla di impegno concreto nei confronti dell'ANINSEI per ottenere maggiore equilibrio nel testo della Buona Scuola. Ma arriveranno davvero cambiamenti importanti per la riforma? Renzi apre come suo solito al dialogo, ma al contempo "chiude", almeno in parte, imponendo che si proceda comunque in tempi rapidi.

Ultime novità sulla riforma della scuola 2015 di Renzi: si va avanti nonostante tutto

Approvati i primi tre articoli della riforma della scuola di Renzi, nuove dichiarazioni del Premier (anche su Twitter). Il sunto? Si procede. Le contestazioni, le manifestazioni e le forti critiche ai parlamentari PD nella recente discussione in piazza del Pantheon a Roma, non sembrano intimorire il Premier. Renzi non teme il blocco degli scrutini e lo dice chiaramente, ritenendo la "stragrande maggioranza degli insegnanti""gente seria", non disposta a mettere al rischio il lavoro degli alunni con il blocco. Questa protesta, quindi, non sembra impensierire troppo Renzi, nonostante il clamore suscitato.

Le ultime risposte di Renzi su Twitter sulla riforma della Buona Scuola confermano la volontà del Premier, la sua decisione e anche la difficoltà, per i tantissimi contrari alla riforma, di frenare le decisioni di Renzi e del suo esecutivo. Una delle risposte chiave alle domande su Twitter è stata "Ascoltare significa ascoltare, non assecondare per forza". E se è vero che rispondeva a una critica sul poco democratico sviluppo del processo della riforma della scuola (sottolineato da un utente), sono parole che è facile interpretare come un'apertura solo parziale al dialogo. Si ascoltano le critiche ma alla fine sarà sempre e solo il governo a decidere. Chiediamo infine l'opinione dei lettori: Renzi andrà avanti su ogni punto oppure cittadini, insegnanti, sindacati e altre forze politiche riusciranno, almeno in parte, a modificare il testo della tanto criticata Buona Scuola? Fatecelo sapere lasciando un commento qui sotto!