"Con tutto il rispetto dovuto, considero parecchio discutibile la sentenza della Consulta sul taglio della indennità di rivalutazione, disposta dalla riforma Monti Fornero" spiega al Sole 24 Ore l'esperto di previdenza Giuliano Cazzola, aggiungendo che c'è il rischio di "creare problemi di sostenibilità all'interno sistema pensionistico e ad un quadro ancora precario delle finanze pubbliche". Entrando poi nel merito della vicenda, il tecnico spiega che l'intento della sentenza emessa dalla Corte Costituzionale è quello di difendere le Pensioni più basse oltre a quelle medie, tanto che l'esecutivo potrebbe semplicemente variare la norma senza sopprimerla del tutto.

Ad esempio, distribuendola in modo differente e più equo rispetto a quanto è stato fatto nell'ormai 2011 con la legge Fornero, perché leggendo il testo della sentenza si può riconoscere come l'intento censoria della Consulta non riguardava l'intera norma, ma soprattutto il modo in cui è stata applicata. Mentre una certa discrezionalità ci sarà anche nella prassi seguita per la restituzione della rivalutazione Istat, che potrebbe avvenire gradualmente e in modo da risultare maggiormente sostenibile per le casse dell'Inps.

Decisione consulta e rivalutazioni pensioni: da lunedì i tecnici cominceranno a fare i conti sull'esborso

Stante la situazione, il primo passo sarà di effettuare un calcolo preciso sulla platea dei pensionati che saranno effettivamente destinatari del rimborso e sul relativo esborso a cui dovrà andare incontro l'Inps: solo quando questi dati saranno chiariti si potrà effettuare delle ipotesi su quale sarà l'effettivo meccanismo utile per reperire le risorse e assolvere alla sentenza al centro del dibattito (cioè la numero 70/2015 della Consulta).

A tal proposito, il Ministro del lavoro Giuliano Poletti spiega che sarà necessario un lavoro comune: "dovremo approfondire collegialmente, è troppo presto". Dal Mef si annuncia invece che la questione andrà comunque ad influenzare l'attività di Governo, perché "sembra inevitabile che ci siano impatti sulle finanze pubbliche per il passato e per il futuro".

Ma le reazioni non mancano nemmeno dal Parlamento, dove l'On. Francesco Boccia del PD (che detiene la presidenza della Commissione Bilancio) spiega che a questo punto diventa imprescindibile riclassificare i deficit riguardanti il biennio 2012-13, anche se inevitabilmente vi sarà un impatto per l'anno successivo. Una questione tutt'altro che scontata, visto che potrebbe variare il risultato del rapporto tra deficit e Pil ,con conseguenze e riverberi che si sentirebbero fino a Bruxelles.

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