Se Atene piange, Sparta non ride: purtroppo a generare preoccupazione all'interno del sistema previdenziale non è solo la questione della flessibilità nell'accesso all'Inps, dopo che la legge Fornero ha improvvisamente irrigidito i requisiti anagrafici e contributivi di pensionamento. Anche molti di coloro che sono già riusciti ad ottenere l'agognata quiescenza si trovano ad affrontare una sfida non semplice: secondo quanto ha riportato recentemente dall'Agenzia di informazione Ansa, "il 64.3% delle Pensioni ha un importo inferiore a 750,00 €".
Una cifra che mette in rilievo quanto sia vicino il rischio di povertà per chi si trova a dover affidare la propria sussistenza esclusivamente a redditi derivanti dalla pensione pubblica, soprattutto nel caso in cui quest'ultima risulti di importo basso. Inoltre, se si analizza la questione dal punto di vista delle pensioni percepite dalle donne, tale livello balza addirittura al 70.2%.
Il commento Inps: dati lanciano riflessione su povertà, ma non tiene conto di tutti i redditi
A parziale consolazione del quadro appena delineato, vi è il commento dell'Inps sui dati comunicati alla fine di aprile. Bisogna infatti tenere presente che all'interno del nostro sistema di previdenza pubblica molti soggetti possono essere titolari di più prestazioni pensionistiche.
Oltre a ciò, vi sono pensionati che percepiscono altre tipologie di reddito, ad esempio da lavoro oppure da rendita (si pensi ad esempio alla percezione di un canone di locazione per un'immobile). Per questo motivo, il dato deve essere contestualizzato in relazione al reddito complessivo familiare.
Pensioni 2015: la media dell' età di uscita dal lavoro in rialzo dopo la legge Fornero
Nel frattempo continua ad aumentare anche l'età di uscita dal lavoro, visto che attualmente (dal punto di vista anagrafico) il pensionamento di vecchiaia ha raggiunto il livello medio dei 65.8 anni, mentre l'età media di quiescenza con le pensioni anticipate ha toccato i 60.5 anni d'età.
Diminuisce invece il numero delle pensioni totali erogate in paragone a quanto avveniva lo scorso anno, sebbene il costo complessivo sostenuto dall'Inps per l'erogazione delle prestazioni è salito a circa 1.3 mld di euro (andando a pesare per quasi il 12% sul prodotto interno lordo del Paese).
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