Gli studenti rispondono al video di Matteo Renzi sulle ragioni della Buona scuola con un altro video, dove spiegano la loro riforma. E' Alberto Irone, portavoce nazionale della Rete Studenti Medi a parlare: "Noi siamo gli studenti che si sono mobilitati il 5 maggio scorso, insieme ai docenti, ai genitori e a tutto il mondo dell'istruzione. Poi, nei giorni scorsi, siamo stati convocati, ma a fronte delle nostre criticità e delle nostre perplessità su questo disegno di legge, le aperture sono state solo di facciata. Non c'è stato un ascolto vero, perché evidentemente i veri problemi di questo disegno di legge non vuoi discuterli".
Quasi a rispondere direttamente ai punti segnati dal Premier Renzi, anche il ragazzo illustra su una lavagnetta i problemi che andrebbero affrontati, che sono:
- chiamata nominativa degli insegnanti;
- risorse al diritto allo studio;
- valutazione;
- privatizzazione dei finanziamenti;
- diseguaglianze.
Riforma Scuola secondo gli studenti: potere presidi limita libertà d'insegnamento
Primo problema da affrontare è la chiamata nominativa degli insegnanti che "limita la libertà di insegnamento, crea scuole di serie A e scuole di serie B, oltre al forte rischio di produrre clientelismo". Dunque, bocciata la chiamata nominativa dei docenti perché "lede la libertà di apprendimento e l'uguaglianza e, per gli studenti, è un problema serio".
Il secondo problema da affrontare è il diritto allo studio e le risorse che devono essere garantite a questo. Irone argomenta: "Oggi, nel 2015, uno studente di Vibo Valentia non ha le stesse possibilità economiche di rimanere nei canali informativi di uno studente di Treviso. La legge nazionale è una condizione necessaria, ma non sufficiente.
E, per essere tale, deve essere adeguatamente finanziata. E' una vergogna che in Italia, a fronte della crescita dei tassi, la dispersione scolastica non sia stata una vera priorità".
Irone procede con la valutazione: "Noi vogliamo valutare, perché crediamo che valutare significhi trovare le debolezze all'interno delle nostre scuole e migliorare la qualità della didattica.
Vogliamo farlo insieme a tutti gli attori del mondo della Scuola, i nostri insegnanti, i tecnici di laboratorio, i nostri genitori ed i presidi. Ma non vogliamo decidere lo stipendio dei nostri insegnanti e rinunciamo agli strumenti per farlo. Tuttavia rimaniamo fortemente perplessi che una persona sola, il preside, possa farlo, magari in maniera arbitraria".
Il quarto punto è quello della privatizzazione dei finanziamenti: "La scuola è pubblica e deve rimanere pubblica - afferma Irone - Rigettiamo l'idea che questa debba essere cofinanziata da finanziamenti privati. Il 5 x 1000 crea diseguaglianze, compromette la libertà di insegnamento e lede l'autonomia scolastica".
Sul quinto punto, lo studente conclude: "Proprio il 5 x 1000 renderà ricche solo le scuole più ricche e sempre più povere quelle che lo sono già ad oggi. Uno studente di Potenza ed uno di Milano non hanno le stesse possibilità. Tutto il disegno di legge sulla Buona scuola è creato su un'idea che crea diseguaglianza".