La protesta dei docenti contro la Buona scuola varata dal Governo Renzi comprende anche il blocco delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, Scuola inclusa, derivante dal mancato rinnovo contrattuale.

Ma, nonostante il ritardo nella rivalutazione degli stipendi dei prof e del personale Ata, nel Ddl Scuola non se ne fa cenno se non per rimandarla ulteriormente di qualche anno. Perché?

La recente sentenza sfavorevole al Governo sulle pensioni da parte della Corte Costituzionale dovrebbe far riflettere e far scattare qualche alert: prima o poi la giustizia chiede il conto ed è una somma anche salata da pagare.

Nel settore privato, invece, la crescita delle retribuzioni è dell'1,5% annuo: sono i dati dell'Istat a fotografare una situazione stagnante e frustrante per gli insegnanti. Le proteste di piazza erano anche per gli stipendi, in Italia i più bassi d'Europa.

Secondo l'Istat, infatti, da marzo 2014 a marzo 2015 gli stipendi dei prof sono a crescita zero come in tutti i settori della Pubblica amministrazione, oltre ai lavoratori del commercio. Quelli delle telecomunicazioni sono a +3,5%, gli addetti al settore gomma, plastica e lavorazioni minerarie sono al +3,3%, quelli dell'energia, petroli ed estrazioni minerali al +3%.

Riforma scuola, non solo salari fermi: il 2013 non è valido per i "gradoni", gli avanzamenti di carriera

Ma nella scuola i docenti pagano non solo il mancato rinnovo del contratto ormai dal 2009, ma anche la cancellazione dell'utilità degli anni di servizio ai fini della progressione retributiva dell'anzianità. I 4 anni dal 2010 al 2013 sono stati a forte rischio di non inclusione nei cosiddetti "gradoni".

Poi, il 2010 fu restituito dall'allora governo Berlusconi, per il 2011 ed il 2012 il buco fu coperto utilizzando i fondi da destinare agli straordinari. Il 2013 invece è, ad oggi, inutile ai fini della progressione.

Per questo motivo, nella scuola, le retribuzioni non solo sono ferme, ma sono anche tagliate: la decurtazione del 2013 dalla maturazione dei gradoni che per la scuola parte dalla classe 0 per i neoassunti alla classe massima numero 35, si traduce in una perdita di circa mille euro all'anno di progressione di carriera. I docenti lo sanno e per questo sono ulteriormente arrabbiati.