Sui presidi-sceriffo Renzi non indietreggia: il disegno di legge Buona scuola, in discussione alla Commissione cultura della Camera dei deputati, potrà avere qualche modifica sugli incarichi triennali, ma rimane l'idea di fondo che la riforma della Scuola avrà come base di partenza l'autorità dei super presidi, i quali potranno scegliere i professori da assumere presso la propria scuola ed avranno anche il potere discrezionale di decidere gli scatti di merito.

Sono queste le ultime notizie sullo stato di avanzamento del Ddl Buona Scuola che oggi, 13 maggio 2015, vivrà una tappa fondamentale: la pronuncia della commissione bilancio della Camera sulla base degli emendamenti votati sabato scorso.

Eppure, proprio la figura del super preside è il punto della riforma che maggiormente ha scaldato i docenti ed i sindacati nelle ultime settimane.

Riforma scuola, Renzi potrebbe accettare modifiche sugli incarichi triennali

Se per la parte del disegno di legge relativa ai presidi Renzi ha dato ordine ai suoi deputati in Commissione cultura di non offrire margini di trattativa, qualche apertura potrebbe esserci sulla durata triennale dell'assegnazione degli incarichi ai docenti che, ad oggi, è fissata nei tre anni. Ciò significa che il docente lavorerà in una scuola per tre anni, dopodiché dovrà cambiarla. La possibile novità che si sta facendo strada è quella che prevede l'incarico triennale e, dopo conferma, concedere la titolarità nella stessa scuola.

E' comunque una strada in salita e, ad oggi, non si conoscono i criteri che i presidi dovrebbero seguire per la concessione della titolarità della cattedra. Ulteriori cambiamenti saranno possibili anche nell'aula del Parlamento dove il disegno di legge approderà la prossima settimana in vista dell'approvazione al Senato entro la metà di giugno.

Docenti scuola contro Renzi, Pd, Giannini, Faraone: dopo gli Invalsi, a rischio gli scrutini?

Nel frattempo, dilaga la protesta online dei docenti contro Renzi, il Partito democratico e gli altri attori della riforma della scuola, come Stefania Giannini, ministro dell'Istruzione e Davide Faraone, Sottosegretario dello stesso dicastero.

La bacheca Facebook del Presidente del Consiglio è stata presa d'assalto da migliaia di commenti ai suoi post che recitavano: "Non voterò più Pd perché indignato dalla Buona scuola", "Ritiro immediato del disegno di legge perché incostituzionale e lesivo dei diritti delle famiglie, dei docenti e del personale Ata". I docenti, insomma, non mandano giù la riforma di Renzi e sono pronti alla battaglia: dopo il boicottaggio delle prove Invalsi di ieri, sono a rischio anche gli scrutini.