La formazione schierata in campo al governo, tanto per prendere a prestito un modo di dire prettamente calcistico, era la stessa dell'incontro del giorno precedente con i sindacati: sempre loro, i ministri Delrio, Giannini, Boschi e Madia. Questa volta, però, dall'altra parte c'erano gli studenti. Risultato? Un altro fallimento, secondo quanto affermato dal rappresentante nazionale della Rete degli Studenti Medi, Alberto Irone. 'Si è trattato di un incontro di facciata' - ha dichiarato Irone - Una presa in giro perchè non c'è una volontà reale da parte del governo di voler cambiare i punti della riforma che non possono funzionare'.
Lo stesso concetto viene ribadito da Martina Campani dell'Unione degli Studenti che ha sottolineato come non sia sufficiente apportare piccoli cambiamenti che rappresentano soltanto degli specchietti per le allodole.
Incontro-farsa: no ai test Invalsi e al preside-duce
Nonostante il ministro Giannini abbia cercato di convincere la delegazione degli studenti in merito al fatto che lo Stato spenderà 126 milioni in più ogni anno per far funzionare meglio le scuole, dall'altra parte la risposta è stata eloquente: 'Siamo stufi di incontri-farsa'. Anche agli studenti non piace quel modello di Scuola che presenta in testa il 'dirigente-duce' che comanderà a bacchetta su tutto: non si possono nemmeno tollerare le nuove agevolazioni che vengono concesse alle scuole private e nemmeno i test Invalsi così come sono stati formulati.
Vengono, invece, riconosciuti dei piccoli passi avanti per quanto riguarda l'alternanza scuola-lavoro.
Studenti dalla parte degli insegnanti: se necessario, sarà blocco degli scrutini
Il ministro Giannini ha replicato, affermando che il disegno di legge della Buona Scuola rappresenta una rivisitazione del modello educativo e proprio per questo il governo sta dedicando a questo progetto una particolare attenzione.
Gli studenti, però, non ci stanno: la mobilitazione continuerà con la promozione di iniziative organizzate nei giorni 18 e 19 maggio, quando il ddl andrà in votazione alla Camera. Pieno sostegno, dunque, alla lotta intrapresa dagli insegnanti: se sarà necessario, dunque, avanti con il blocco degli scrutini.