Matteo Renzi è intervenuto questa mattina alla popolare trasmissione radiofonica 'Radio Anch'io' e naturalmente il tema clou della sua chiacchierata è stato quello inerente alla Scuola. Il premier ha parlato del ddl in discussione al Parlamento ed ha ribadito, ancora una volta, tutta la propria soddisfazione per il fatto che, finalmente, dopo anni e anni di silenzio, si torna a parlare di scuola.

Il premier ha toccato diverse questioni collegate ai temi della protesta degli insegnanti contro la Buona Scuola, primo fra i quali il minacciato blocco degli scrutini: 'Penso che la stragrande maggioranza dei docenti - ha confessato Renzi - siano delle brave persone, responsabili e serie e che non abbiano alcuna intenzione di mettere a rischio il lavoro dei propri ragazzi svolto in un anno'.

'Qualcosa sta cambiando, ho ricevuto oltre 7000 lettere dai docenti'

Sempre a proposito degli insegnanti, il Presidente del Consiglio ha confidato di aver ricevuto negli ultimi due giorni ben 7417 lettere da parte dei docenti: 'E' un segno che qualcosa sta cambiando' ha affermato Renzi - ho notato che ora c'è un atteggiamento diverso. Io per primo non ho spiegato nei dovuti modi la Buona Scuola, ma ora c'è maggior interesse, maggiore discussione, prima non ne parlava nessuno'.

Altro tema scottante, quello degli stipendi: il Presidente del Consiglio ha messo in evidenza il fatto che, per la prima volta, la scuola avrà più soldi a disposizione, ma questo non significa che verranno dati in modo indiscriminato.

'Non c'è alcuna intenzione di toccare gli stipendi' - ha detto il capo del governo - ma se ci sono soldi in più, perchè non dobbiamo premiare chi è più bravo?'.

Renzi: 'Il Parlamento è sovrano ma perchè sprecare ancora tempo?'

E veniamo al nocciolo, ovvero l'eventuale rinvio del Ddl. Renzi ha ribadito come la Buona Scuola sia partita già dallo scorso mese di settembre, attraverso una campagna di ascolto e di discussione con chi lavora all'interno del comparto scuola. 'Perchè sprecare il tempo? Il Parlamento è pur sempre sovrano, non lo si mette in dubbio per carità - ribadisce Renzi - ma qui bisogna ragionare sul futuro dei nostri figli. Non è una questione di prendere o lasciare, la scuola non è come la legge elettorale'.