Docenti e sindacati uniti contro il Disegno di legge sulla Buona Scuola del Governo Renzi: il mancato ritiro del provvedimento sta indirizzando lo sciopero verso il blocco degli scrutini a partire dal prossimo 7 giugno. In tutta risposta, il Garante sugli scioperi ha minacciato la precettazione. Tuttavia, le minacce da ambo le parti stanno a zero: basta applicare la legge che, in questo caso, va a vantaggio dei docenti e gli scrutini potrebbero essere ritardati, e di parecchi giorni, rimanendo comunque nel rispetto della legge.

Blocco scrutini contro il Ddl Buona Scuola Renzi: basta applicare la legge 'scrupolosamente'

Il meccanismo di valutazione degli alunni si basa su una legge che risale addirittura al 1925. In particolare l'articolo 79 del decreto regio numero 659 è tuttora utilizzato per gli scrutini: se non vi sono dissensi nel collegio, si approvano i voti proposti dal docente della disciplina, altrimenti la deliberazione dovrà avvenire a maggioranza e, nel caso in cui persista la parità, si fa prevalere il voto del presidente.

I docenti impegnati negli scrutini possono pretendere di prendere visione dei compiti degli alunni da valutare, in modo da procurarsi elementi certi per esprimere il voto. Ricordiamo, infatti, che il voto è il risultato di un'attività sempre collegiale: il docente della materia propone il voto, la decisione finale spetta al collegio, anche se nella stragrande maggioranza dei casi la votazione avviene tacitamente, confermando il voto proposto dal professore.

La votazione espressa si rende necessaria nel momento in cui anche un solo professore non sia d'accordo con il voto assunto dal collegio: il docente può impuntarsi e richiedere che la votazione avvenga solo dopo aver visionato tutta la documentazione necessaria per arrivare al voto. Ovviamente, l'osservanza scrupolosa ma legittima della disciplina di voto potrebbe far durare gli scrutini settimane intere e nulla potrebbe essere contestato ai docenti.

Una sorta di melina irritante, ma in piena regola.

Blocco scrutini contro la riforma scuola di Renzi con lo sciopero: cosa dice la legge

La strada indicata dai sindacati è, tuttavia, quella del blocco degli scrutini con lo sciopero. Anche in questo caso, lo sciopero è legittimo, pur riguardando le operazioni degli scrutini.

Infatti, la legge numero 146 del 1990 disciplina la legittimità dello sciopero anche in concomitanza con i giorni degli scrutini, a meno che questi non riguardino classi per le quali sono previsti gli esami a conclusione dei cicli di istruzione e che non comportino un ritardo di oltre 5 giorni dalla data fissata per l'inizio degli scrutini stessi.

I sindacati hanno valutato la norma e sono indirizzati a intraprendere questa possibilità: sciopero degli scrutini, ma nel rispetto della legge.